mercoledì 22 ottobre 2008

Se non ora, quando? Il 25?


Secondo l'OCSE l'Italia e' uno dei paesi peggiori per la disuguaglianza economica tra chi ha e chi non ha, al sesto posto per il gap tra le classi sociali dopo Messico, Turchia, Portogallo, Stati Uniti e Polonia. E la ricchezza è distribuita in modo anche più diseguale delle entrate: infatti in Italia il 10 per cento dei più abbienti possiede il 42 per cento della ricchezza totale e il 28 per cento delle entrate globali. La mobilità tra le classi sociali è in Italia tra le piu' basse, i figli di genitori poveri hanno molte meno probabilità di accedere alla ricchezza e a classi sociali piu' agiate che nella maggior parte degli altri paesi OCSE. Con ovvie conseguenze non solo di ingiustizia, ma anche di ristagno sociale e mancata innovazione.
Come se non fosse abbastanza, ritorna selvaggia l'evasione fiscale dei ricchi, dopo la rimozione di tutti gli organo di controllo e vigilanza voluti dal precedente governo.

Gli editoriali dell'ultimo numero di Nature, la piu' prestigiosa rivista scientifica internazionale, comincia cosi': "Nearly 2,000 Italian researchers will lose promised permanent positions under a law that is expected to come into force by the end of the year. They may have to leave public research altogether", e proseguono: "The Berlusconi government may feel that draconian budget measures are necessary, but its attacks on Italy's research base are unwise and short-sighted. The government has treated research as just another expense to be cut, when in fact it is better seen as an investment in building a twenty-first-century knowledge economy". In madrepatria, nonostante le minacce antidemocratiche del Biscione, continuano cortei, occupazioni, lezioni in piazza, mobilitazioni e iniziano le prime repressioni poliziesche del dissenso. Mobilitazioni che vedono fianco a fianco da un lato studenti e giovani ricercatori preoccupati e estenuati da mancanza di prospettiva e di riconoscimento del merito, dall'altra professori e baroni, purtroppo ansiosi nella maggior parte dei casi solo di mantenere i loro privilegi e clientelismi, e non di cambiare in meglio. Solo a Firenze in 40000 sfilano contro gli attacchi incrociati del "ministro unico" Brunetta-Mariastar: "SE PENSATE CHE L'ISTRUZIONE SIA COSTOSA, PROVATE CON L'IGNORANZA". Con le giovani generazioni che si vedono messe ancora peggio di chi pensava, come la mia, di aver gia' toccato il fondo. con una scuola gia' classista e razzista che sta per essere istituzionalizzata come tale.

Dilaga infatti senza freno l'emergenza razzismo, a Padova compare anche il primo bar ariano, con "Vietato l’ingresso ai negri. Irregolari e pregiudicati".
Preoccupata di distribuire privilegi e risorse a banche e famiglie industriali, il governo fa retromarcia anche su ogni impegno su clima e ambiente, isolandosi dall'UE. Commenta Sarkozy: "abbandonare il pacchetto dell'Unione Europea è irresponsabile e drammatico. La situazione ambientale del mondo non è migliorata in conseguenza della crisi finanziaria. Il pacchetto è fondato sulla convinzione che il mondo va incontro alla catastrofe se continua a produrre nelle stesse condizioni. Non vedo alcuna argomentazione che mi dica che il mondo va meglio dal punto di vista ambientale solo perché c'è la crisi economica". Tocca anche dargli ragione.

Il PD, malgrado un’iniziativa politica rivoluzionaria, moderna, e creativa come quella messa in piedi durante la sua creazione e la successiva campagna elettorale, ha perso le elezioni ed e' quindi sparito a leccarsi le ferite e a guardarsi l'ombelico. Dando l'immagine di un partito allo sbando, che ha la necessita' immediata di rialzarsi, smettere di spartirsi poltrone e poltroncine contando le correnti e cominciare a unirsi sui punti cardine e a proporre cose invece di sfinirsi su battaglie inspiegabili e perse, o cincischiare su opportunita' e strategie ovvie. Per esempio, non puo' permettersi di perdere l'occasione storica della crisi dei mercati (o meglio, della deregolamentazione che il capitalismo ha voluto contro il mercato) per spiegare che le cose non sono cosi' semplici come tutti ci vogliono far credere sempre di piu', che si puo' e si deve uscire dalla crisi con un piano che sia anche e soprattutto per i cittadini, e far proprie e rilanciare con forza e fermezza le tante e disperse proposte per un nuovo patto sociale reso possibile dalla crisi (qui un esempio).

Non bastano queste (ma qui tante altre) come ragioni per essere in piazza Sabato a Roma?

Nessun commento: