lunedì 22 ottobre 2007

L'alibi


Ricevo da Suro e volentieri pubblico...

Leggo di un ministro che attacca un magistrato che lo indaga, e mi tornano in mente gli scontri tra i pm ("disturbati mentali") e un premier che speravo archiviato e che invece rischiamo di rivedere presto al comando.
Guardo i partiti al governo mobilitare un milione di persone per scendere in piazza a protestare, con un tempismo invidiabile, in uno dei momenti di massima difficoltà dell'esecutivo.
Penso che siamo in un paese da barzellette. E invece no, siamo nel paese che ci meritiamo. Peggio, nel paese che vogliamo, perché nel nostro intimo lo vogliamo proprio così. Ci servono Mastella, Dini, Berlusconi, ma anche Mele, Turigliatto, Previti. Sono indispensabili per avere un alibi. Così non ci sentiamo in colpa quando non paghiamo le tasse, quando cerchiamo l'amicizia giusta per vincere un concorso, quando compriamo un SUV per girare tra le stradine del centro, quando superiamo i limiti di velocità parlando al cellulare. Perché possiamo dire che loro, che dovrebbero dare l'esempio, fanno peggio. Possiamo magari organizzare un V-day di protesta e sentirci con la coscienza a posto.
Non ce ne libereremo mai, perché in verità ci fanno comodo. Non dobbiamo cambiare la classe politica, dovremmo cambiare noi. Il resto verrebbe di conseguenza.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

In effetti i politici sono un ottimo specchio della società.

Suro ha detto...

e considerando che sta per tornare Silvio, la nostra non è una bella società...