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martedì 4 dicembre 2007

Il protocollo e i Bamboccioni


Sul blog di Federico Mello e' pronta da scaricare la sua ultima fatica, "Il protocollo sul Welfare visto dai Bamboccioni". Dopo "L'Italia spiegata a mio nonno", diventata anche un libro su Strade Blu, ancora una volta un agile e utile ausilio per capire chi paga i conti di questo paese di figli di, e l'urgenza di rimettere in primo piano le esigenze sempre piu' drammatiche delle nuove generazioni. Piegati sotto il peso di un precariato senza diritti e senza ammortizzatori sociali e mal retribuito, della certezza di non avere una pensione, del dover anche pagare di tasca propria il costo esorbitante dello slittamento dell'innalzamento dell'eta' pensionabile dei nonni, i Bamboccioni non hanno ne' voce ne' speranza.
Un'analisi completa del protocollo sul welfare recentemente siglato tra governo e sindacati, in cui si e' scelto ancora una volta di investire denari e misure per difendere gli interessi dei nonni a spese dei giovani. Sempre piu' allo sbaraglio e per giunta sbeffeggiati dai nonni al potere.

Evidentemente scrivendo questo protocollo sul welfare, chi sta al potere ha scelto a cuor leggero la strada dello scontro generazionale, del bullismo dei nonni sui nipoti, in luogo di politiche lungimiranti. È un peccato, però, perché parliamo della vita di cittadini, e non dei vizi di alcuni Bamboccioni. È un peccato, perché mettere al centro del sistema Italia le nuove generazioni, sarebbe un gioco win-win, un gioco a somma non zero, un gioco nel quale, alla fine, vincerebbero tutti.

lunedì 8 ottobre 2007

Democrazia quasi diretta


Si sono aperti oggi 30 mila seggi per il voto sui sei capitoli del protocollo sul Welfare risultato dalla concertazione tra governo e sindacati, e che il governo dovra' trasformare in leggi su pensioni, sussidi di disoccupazione, lavoro precario. Nelle scorse settimane le polemiche si sono moltiplicate per le resistenze della "sinistra radicale" nei confronti dell'accordo (peraltro firmato anche da loro), e hanno portato all'istituzione della consultazione diretta dei lavoratori.
Tuttavia, in questi tre giorni tutti i lavoratori, anche i flessibili, precari e disoccupati, saranno chiamati dai tre sindacati CGIL, CISL e UIL ad esprimere la loro opinione sul protocollo. Una vera votazione, con vere schede e vere urne, preceduta da un confronto preventivo nelle assemblee sui luoghi di lavoro. Una bella prova di democrazia quasi-diretta. Peccato pero' che la consultazione e' a posteriori, invece che a priori (anche se essendo il protocollo risultato di una contrattazione non poteva essere votato prima), e che non si capisce cosa possa succedere se vincono i no. Verra' davvero ritirato l'accordo? Se lo possono permettere i sindacati? Il governo no di sicuro. E purtroppo questa spada di Damocle e' tesa sulle teste di tutti quelli che si ritroveranno a votare l'ennesimo accordo "che meglio di cosi' non si poteva fare". Sul protocollo in se' mi ero gia' espresso con tutti i miei dubbi, cosi' come sull'ammorbidimento dello scalone pensionistico. Dubbi anche qua, ma per motivi opposti a quelli dell'ultra-sinistra. Non vorrei essere uno dei 30 milioni di Damocle chiamati a votare.