La storia dalla loro parte
Da otto giorni i monaci sfilano per le strade della capitale del Myanmar, l'ex-Birmania, per protestare contro la dittatura della giunta militare al potere dal 1988.
La giunta si installo' dopo aver represso nel sangue la rivolta dagli studenti di Yangon, che protestavano contro il "socialismo birmano", l'autarchia del dittatore Ne Win che porto' il paese al disastro economico.
Nel 1990 il regime permise libere elezioni, dove stravinse la Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi, poi Premio Nobel per la Pace, che venne pero' arrestata e costretta agli arresti domiciliari.
Oggi, a seguito delle condizioni di vita sempre piu' difficili per la popolazione dell'ex-Birmania, uno dei paesi piu' poveri del mondo, anche i monaci hanno deciso di scendere in strada e marciare per le via della citta'. Senza armi, senza bandiere, tranne il pavone simbolo degli studenti dell'88 e della Lega per la Democrazia, e slogan politici. Solo con i loro passi, i vestiti arancioni, la loro dignita'. Seguiti da una folla sempre piu' numerosa.
Le ultime notizie parlano di un governo che sembra intenzionato a reagire, a provocare la pacifica e non-violenta protesta della gente per soffocare la rivolta nel sangue. In questi momenti marciamo ancora piu' convinti al loro fianco, piu' convinti di ieri.
Penso di aver a questo punto chiarito che non sono soddisfatta della parola "speranza". Non credo nelle persone che hanno solo speranza. Noi combattiamo per quello che vogliamo. Dico sempre che non c'e' nessun diritto alla speranza senza l'impegno, per cui lavoriamo per provare a cambiare la situazione per il bene del paese, e siamo fiduciosi che arriveremo al tavolo del negoziato un giorno o l'altro. Questo e' il modo in cui tutte le situazioni di questo tipo si risolvono, anche con il piu' truculento dei dittatori. Prevarremo perché la nostra causa è giusta, perché la nostra causa è fondata. La Storia è dalla nostra parte. Il Tempo è dalla nostra parteAung San Suu Kyi
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