Il PD in Europa
La collocazione del PD in Europa e' stato a lungo uno dei nodi su cui si discuteva in modo piu' acceso poco prima della decisione di dar veramente vita a questa nuovo partito. E' stato anche uno dei motivi che hanno spinto Mussi, Angius e compagni ad intraprendere una strada diversa. Eppure il tema, importantissimo, e' scomparso dal dibattito tra i candidati alla segreteria e tra le liste. L'unico chi si era pronunciato era stato Veltroni, con un salamonico, come al solito, "sogno un nuovo grande partito europeo che sia la casa di tutti i socialisti e riformisti". Come dire, se noi non sappiamo dove andare in Europa, che l'Europa si adatti a noi. Da subito. Ma nonostante il fatto che a lungo termine il processo sia inevitabile anche in Europa, pretendere che accada subito e' pero' perlomeno ottimista.
Ieri pero' rompe gli indugi Letta, sostenendo alla sede DS di via dei Giubbonari a Roma (a due passi dal mitico Forno Roscioli) che "Il Pd starà nel centrosinistra e non possiamo far finta di non vedere che in Europa il Pse è il cuore e il centro di questo schieramento. È la famiglia di riferimento a cui guardiamo, poi andrà allargata e riformata da dentro perché le famiglie europee ormai sono vecchie". Giusto, e lo dice un ex Margherita. Ma gli altri da che parte stanno?
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