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mercoledì 16 giugno 2010

Contrattaricattazione?


Un'impresa, la FIAT, deve decidere dove investire 700 milioni per la produzione della nuova Panda. L'impresa sa bene di avere potere contrattuale solo prima di avere compiuto questa scelta: in ballottaggio ci sono Italia o Polonia, e finche' non decide può dettare le sue condizioni. Una volta fatto l'investimento, sarà la controparte a poter dettare le sue condizioni, visto che la scelta dell'azienda sara' ormai irreversibile. Questa la situazione di Pomigliano. L'impresa quindi cerca di chiedere garanzie e di assicurarsi che le controparti rispettino gli accordi una volta che l'investimento e' stato effettuato: se un sindacato non firma, questo avrà poi mano libera nel rinegoziare un accordo che al momento imporrebbe turni molto pesanti, abolizione possibile delle pause pranzo, giro di vite su assenteismo e malattie. Per questo motivo la Fiat impone le discusse clausole che limitino il ricorso allo sciopero una volta realizzato l'investimento: resta da capire se il gioco vale la candela. Secondo Confindustria "è incredibile che ci sia un no", ma non sara' la Marcegaglia a fare 8 ore filate in catena di montaggio. Secondo la FIOM, si tratta invece di un ricatto irricevibile, che va contro i diritti dei lavoratori e la stessa Costituzione.
Di sicuro si tratta di un precedente pericolosissimo, sintomatico di una tendenza sempre piu' diffusa a mettere in discussione l’essenza stessa della Costituzione e del suo sistma di tutele e diritti. L'intero sistema paese, per intercettare i capitali degli investitori, si trova costretto a ridurre, adesso eccezionalmente ma non dubitiamo sempre piu' diffusamente, quelle garanzie dei diritti sociali che rappresentano uno degli assi portanti della vigente Costituzione: l’impatto di questa globalizzazione sfrenata e di questa "concorrenza al ribasso" si paga tutta, come sempre, sulla pelle dei lavoratori. Gli utili, quelli non possono soffrire.

domenica 28 ottobre 2007

Un'aria diversa e' possibile

Blog Action Day in clamoroso ritardo. Dedicato a chi pedala ogni giorno per andare a lavorare, con la neve o nei vialoni fitti di macchine a rischio della vita, a Paolo e i "Barcollo ma non mollo", al Foca che ci ha rimesso lo scalpo.



E domani sono a una conferenza al Castello di Ringberg, il posto piu' spettrale della Baviera, specialmente con questo tempo grigio da tempesta. Sopravvivero' alla settimana rinchiuso con solo astronomi e soprattutto alla notte di Halloween in un posto del genere?

giovedì 5 luglio 2007

No doppietta, no party


Il 4 Luglio 1957 veniva lanciata dalla Fiat una "piccola grande vettura", come recitava lo slogan coniato a Mirafiori, disegnata da Dante Giacosa e destinata a segnare un'epoca. Con pochi aggiustamenti dal progetto originario, la Fiat 500 divenne un simbolo dell'Italia che ripartiva. 3,9 milioni di 500 prodotte fino al 4 Agosto 1975, quando dopo 17 anni esce dagli stabilimenti della SicilFiat di Termini Imerese l'ultima 500 prodotta.

La mia famiglia ne aveva una giallo senape e bellissima, classe 1968, modello 500L, dove la L sta per lusso. Scialo. In realta' l'unica cosa che cambiava credo fosse la forma del cruscotto, il lato di apertura dello sportello e il paraurti aggiuntivo. E' stata la mia prima macchina: solo 10 anni fa non era cosi' strano usarla per andare a fare la spesa o per andare all'universita'. Indimenticabile la doppietta, la frenata alla "spera in Dio", nel senso che se inchiodavi la derapata era assicurata specialmente sul bagnato, il tettuccio apribile da cui l'inverno filtrava uno spiffero infernale, le contorsioni per infilarsi sul sedile posteriore.

Alla fine il tempo ha avuto la meglio, ma conservo ancora gelosamente la placca "FIAT 500L" sulla scrivania. Ho ancora nel naso l'odere irripetibile di quell'abitacolo, nelle orecchie lo scoppiettio del motore, negli occhi il sedile spinto indietro all'inverosimile per far entrare il mio metro e 88 davantio al volante. Mi dispiace per il Pandino, ma il primo amore non si scorda mai.

Oggi, a 50 anni esatti di distanza dal lancio della sua progenitrice esce, dopo il fallimento di qualche anno fa, la nuova 500. La nipotina e' prodotta in Polonia, ma stavolta la linea richiama molto il modello del 1957, a colpo d'occhio, allo stesso modo di come i nipoti ricordano i nonni. Ma quello che cambia radicalmente è la tecnologia. Aggiunge un fortissimo tratto di modernità hi-tech, come per riagganciare passato e futuro, per rimettere in qualche modo insieme il come eravamo e il come siamo. Pur sottolineando che, nonostante mille problemi e magagne, il miglioramento delle condizioni di vita in solo mezzo secolo di storia e' impressionante.

La nuova piccola Fiat arriverà con tre motorizzazioni, da 1.3 a salire, tutte abbinate a cambi meccanici da 5 o 6 marce. Sincronizzati. No doppietta, no party.