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lunedì 29 giugno 2009

Tornano i bucaioli


In soli due giorni Renzi ha presentato la sua giunta per il comune di Firenze: come promesso 5 uomini e 5 donne, nessun ex assessore comunale, un mix di volti noti della politica fiorentina o dell'amministrazione provinciale uscente e qualche faccia inedita. Le famose facce nuove a Palazzo Vecchio, e per di piu' senza assi nella manica per fare rumore come Carla Fracci, neo assossore alla culura per la provincia. Manca anche l´assessore all´urbanistica: il neo sindaco ha deciso di tenere per sé la delega con l'aiuto di un gruppo di esperti, per mettere mano al piano strutturale cittadino, nodo della campagna elettorale e di scandali e intercettazioni che avevano terremotato la giuta precedente. E se anche la polizia municipale risponderà direttamente al sindaco, Pierluigi Vigna sarà il nuovo direttore dell´ufficio "Città sicura" che si occupera' della sicurezza in citta'.
Deciso l'esordio del neo super-assessore ai lavori pubblici, al traffico, mobilita' e al decoro urbano Mattei: via le prostitute da Novoli (pare verranno spedite tutte a Villa Certosa), lotta alle transenne abbandonate e ai sacchetti dell'immondizia sui cartelli in disuso, una task force di contro le buche delle strade. Insomma, a Firenze tornano i "bucaioli", addirittura in task force e almeno 30. E se anche nel tempo il termine e' stato usato come epiteto non proprio carino e reso celebre dal Coro dei 5 Madrigalisti Moderni in Amici Miei, tornera' ad echeggiare in riva all'Arno l'antico grido dei venditori di spaghetti caldi, "Bucaioli, c'e' le paste!". Sperando che qualche pezza venga calata davvero e non ci si limiti ai soliti proclami, come quelli dei barrocciai di una volta.

martedì 2 ottobre 2007

La strada


Quello che subito colpisce, fin dalla prima pagina, del libro di Cormac McCarthy premiato con il premio Pulitzer, e' la prosa asciutta, perfettamente calibrata e funzionale alla storia. Si parla del mondo dopo il mondo, della lotta per la sopravvivenza, del bene cosi' faticosamente contrapposto al male. Un uomo e un bambino, novelli Prometeo, sono in cammino in una terra desolata, lottando per la mera sopravvivenza, ma portando in germe il "fuoco" per riscattare l'umanita'. Come in Cecita' di Saramago, sebbene su un registro completamente diverso, piu' epico ed esemplare, tra la disperazione e la ferocia, tra la solitudine e la rovina, traspare un'infinita tenerezza e la speranza contro ogni speranza.
I personaggi, archetipi dell'umanita' e dei suoi valori, si muovono in un paesaggio decomposto agli elementi primari: acqua, aria, terra, fuoco. Un mondo che rischia di diventare senza più memoria, senza Dio. Perché «laddove gli uomini non riescono a vivere, le divinità non se la passano meglio»
Ogni frase di McCarthy è insieme realistica ed evocativa, carica di angoscia e insieme di speranza. L'autore ci presenta l'uomo ridotto ai suoi istinti e bisogni primitivi, sopra i quali pero' emerge cio' che puo' ancora nobilitarlo e salvarlo.

Ce la caveremo, vero, papa'?
Si'. Ce la caveremo.
E non ci succedera' niente di male.
Esatto.
Perche' noi portiamo il fuoco.
Si', perche' noi portiamo il fuoco.

Un libro bellissimo, da leggere assolutamente.