Referendum
Per la cronaca, Beffatotale votera' Si No Bianca Si
Se l'occhio non si esercita, non vede.
Se la pelle non tocca, non sa.
Se l'uomo non immagina, si spegne.
Per la cronaca, Beffatotale votera' Si No Bianca Si
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beffatotale
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Categorie: acquaformosa, berlusconi, delirio, nucleare, referendum
Con il decreto legge n.185/2008 il governo intende ridurre le detrazioni sugli investimenti nel settore del risparmio energetico. Ancora una volta il nostro governo mostra un'assoluta incapacità di guardare al futuro, come già dimostrato in occasione dei tagli alla ricerca. In un periodo di grave crisi energetica e ambientale, con molti paesi che stanno cercando di trasformare il problema in una ghiotta opportunità d'investimento, l'Italia decide di rinunciare a questa possibilità. Decide di arrendersi alla "tragedia dei commons", come si spiega in questo bell'articolo di Ugo Bardi, dimostrando di non saper far di meglio di una colonia di batteri nel gestire le risorse a sua disposizione. Non solo, mette anche i bastoni fra le ruote ai privati cittadini (e alle imprese) che vogliono, nel loro piccolo, contribuire alla salvaguardia dell'ambiente e nel contempo sostenere, con i loro investimenti, un settore economico che promette ottime prospettive di crescita.
Gli interventi sugli edifici che finora godevano della detrazione al 55% sono svariati. I miglioramenti possono riguardare i serramenti, l'isolamento (copertura e fondazioni), le pareti esterne, la scelta dei materiali (il legno per esempio è un ottimo isolante termoacustico) e, soprattutto, gli impianti solari.
Questi si distinguono in due categorie: il solare fotovoltaico e il solare termico. I pannelli fotovoltaici convertono l'energia solare in energia elettrica sfruttando l'effetto fotoelettrico e possono raggiungere efficienze che vanno oltre il 30%. Su piccola scala, tuttavia, sono molto più diffusi i pannelli termici. Questi permettono di sfruttare l'energia solare per accumulare calore da usare nelle applicazioni domestiche. Un ulteriore sviluppo di questa tecnica è il solare termodinamico, che si avvale di specchi per concentrare la luce solare e raggiungere temperature molto più alte, in modo da poter essere sfruttato anche per applicazioni industriali.
L'energia solare è la regina delle fonti rinnovabili, anche perché è di gran lunga la più abbondante. Sarebbe sufficiente catturare lo 0,02% della radiazione solare incidente per poter coprire il fabbisogno energetico attualmente fornito dai combustibili fossili e dal nucleare. E' chiaro che questo tipo di energia può essere maggiormente sfruttata dai paesi con maggiore insolazione. Paradossalmente, tuttavia, è la Germania la nazione che investe maggiormente a livello europeo. Il nostro paese è come sempre in ritardo (solo sesto), preceduto anche da nazioni climaticamente più sfavorite, come la Francia e l'Austria.
In uno scenario di questo tipo, risulta ancora più scellerata la decisione di Tvemonti di ridurre le agevolazioni per chi investe in questo settore.
Meno accessibile dell'energia solare, ma comunque discretamente abbondante, è l'energia eolica: il 5% dell'energia fornita dai venti del nostro pianeta coprirebbe il fabbisogno mondiale. E' chiaro tuttavia che questo tipo di fonte presenta dei problemi legati alla stabilità del vento e alla capacità delle turbine (stimata intorno al 20-40%). Le installazioni off-shore posso contenere queste limitazioni. La Danimarca riesce a coprire il 19% del proprio fabbisogno grazie ai moderni mulini a vento, mentre è di nuovo la Germania a guidare il ranking mondiale in termini di energia prodotta. Con i suoi 8600 km di coste, l'Italia avrebbe ottime possibilità in questo settore: anche qui tuttavia siamo in ritardo, solo al settimo posto.
Le altre fonti rinnovabili possono fornire un utile alternativa in alcune realtà locali, ma non possono essere considerati sufficienti, da sole, a coprire il fabbisogno. Tra queste citiamo:
Scajola promette nuove centrali nucleari entro cinque anni. Lasciamo da parte i rischi in caso di perdite, che mettiamo da parte per il momento anche se fu proprio il disastro di Chernobyl a guidare l'opinione pubblica e a bloccare il nucleare in Italia dopo il referendum. Comunque sia pare che ci vogliano almeno 12 anni per avere queste centrali funzionanti. Rimangono poi due miti da sfatare:
E' ancora possibile produrre abbastanza uranio per mantenere attivi i reattori esistenti, che possono supplire in parte al declino dei combustibili fossili. Tuttavia, mantenere la produzione, o anche espanderla con nuove centrali, è destinato a costare sempre più caro. Ne consegue che l'energia nucleare non potrà mantenere la promessa che aveva fatto negli anni '50 e '60, ovvero produrre energia talmente abbondante e a buon mercato che "non sarebbe valsa nemmeno la pena di farla pagare agli utenti". Tanto vale prenderne atto e non farsi troppe illusioni che il nucleare per magia ci risolva tutti i problemi.