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venerdì 26 settembre 2008

Che uomini sono?


Non solo Napoli. A Crotone un'indagine della procura scopre che lo smaltimento di 350 tonnellate di rifiuti altamente tossici e cancerogeni (arsenico, zinco, piombo, indio, germanio, mercurio) provenienti dall'ex-industria del gruppo ENI «Pertusola Sud» di Crotone, avveniva nel modo piu' incredibile: i rifiuti venivano reciclati, senza alcuna misura di precauzione, come materiale edile. Un doppio guadagno, smaltimento e calcina gratis. Ieri mattina sono stati sequestrati 18 siti dove secondo l’accusa sarebbero riciclate montagne di rifiuti tossici. Che invece di essere smaltiti in apposite discariche sono stati utilizzati per costruire alloggi popolari, villette, una banchina portuale, strade e addirittura i cortili di tre scuole: la scuola elementare San Francesco e un istituto tecnico superiore, entrambi di Crotone, una scuola elementare a Cutro. Il sostituto procuratore della Repubblica di Crotone Pierpaolo Bruni ha confermato che «il materiale che abbiamo fatto esaminare da esperti qualificati è risultato altamente tossico e cancerogeno, tanto da poter provocare il cancro nell’uomo». Sette sono fino ad oggi gli indagati, di cui vale la pena fare nomi e cognomi: Vincenzo Mano, legale rappresentante pro-tempore della Pertusola Sud; Giovanni Ciampà, rappresentante legale delle imprese Ciampà; Paolo Girelli, rappresentante legale dell’impresa Bonatti; Alfredo Mungari, rappresentante legale Costruzioni Leto; tre funzionari dell’asl regionale: Domenico Colosimo, dipendente dell’ ex Azienda sanitaria 7 di Catanzaro; Francesco Ruscio, dipendente dell’ex presidio di prevenzione dell’As 7 di Catanzaro; e Domenico Curcio, attuale dipendente dell’As 7 di Catanzaro. Accusati di associazione a delinquere e capaci di costruire alloggi popolari e cortili di scuole con rifiuti cancerogeni, e poi dormire tranquilli la notte. Tanto in quelle scuole i loro figli non li avrebbero mandati. La procura sta lavorando per chiarire le esatte responsabilita' di questo disastro incalcolabile alla salute, all'ambiente, alla credibilita' di imprese, istituzioni, mezzi di informazione colpevolmente distratti. Pronti a barattare la salute di ignari per qualche dollaro in piu'. Intanto il presidente della Provincia di Crotone punta il dito verso ENI, e confida che la bonifica dei siti responsabili degli scempi non venga affidata come ventilato a Syndial, società della stessa ENI: oltre al danno, la beffa?

venerdì 12 settembre 2008

Monnezza, casta e promesse


Sull'Espresso e' pubblicata un'intervista a Gaetano Vassallo, il boss che per 20 anni ha nascosto rifiuti tossici in Campania pagando politici e funzionari. In cui si fanno nomi e cognomi, in cui ancora una volta si chiarisce come quel territorio e stato avvelenato fino al midollo e cosa c'e' dietro l'emergenza rifiuti in Campania. A casa degli autori e alla sede dell'Espresso perquisizioni a tempo di record: evidentemente l'inchiesta a qualcuno ha dato fastidio. Basta leggere per capire. Non risultano perquisizioni nelle discariche incriminate e a casa di qualcuno dei tanti nomi che fa Vassallo. Come sempre.

Non c'entra nulla, ma segnalo questo servizio della Stampa sulla sparizione del tema della casta da giornali e indignazione pubblica. Alle capriole di chi sostiene che il merito e' tutto di Silvio, rispondono i fatti e le mille promesse mancate del Governo. E le parole di Ilvio Diamanti: "Guardi, prendersela con la Casta quando al governo c’è Berlusconi, è come prendersela col rumore quando ci sono i fuochi d’artificio"

venerdì 21 marzo 2008

Sondazzi


Ricevo dal Suro e come sempre volentieri pubblico:

Sappiamo che i sondaggi contano più delle idee, che ne escono diversi al giorno e così continueremo fino al 29 marzo (quando per legge se ne interromperà la diffusione). Sappiamo che i nostri leader ne commissionano a raffica, magari agli amici. Che non è un controsenso, ma un'applicazione del wishful thinking. Date un'occhiata a questo grafico, o ancora meglio cliccate qui per vederlo in tutta la sua fulgente animazione. L'italia, gli italiani e la politica dentro un'immagine. Bella, animata, web-designed. Elegante nella sua semplicità: prendi una torta, la tagli in cento fettine, domandi a 100 persone "Chi voteresti oggi?" e colori ogni fettina a secondo della risposta alla domanda. La mia bambina di 4 anni se ha voglia ci riesce. L'Espresso no. Bella, animata, web-designed, elegante, ma SBAGLIATA. Perchè se contate le fettine, o meglio se sommate le percentuali, viene 126%: una torta troppo grassa. Direte, un peccato veniale del web-master. Che di due sondaggi ne ha fatto uno, per risparmiare, non capendo che le percentuali delle fette colorate non comprendono gli indecisi. Può essere, anche se la serietà nel lavoro dovrebbe essere un valore in una repubblica che su questo si fonda(va): se devi fare una torta, oltre a scegliere i colori, pensa anche a cosa significa. Forse invece e' lo specchio di una nazione bella da vedere, ma tutta sbagliata. Con L'oro di Napoli sepolto dalla spazzatura. Con i partiti che scrivono bei programmi salvo contare sui mafiosi per la loro applicazione in parlamento. Con i cittadini che vogliono salvare un Duomo dal tram ma non dallo smog. Con un governo uscente che si fa bocciare dalla Corte dei Conti il nuovo regolamento per il reclutamento dei ricercatori universitari, che avrebbe dovuto sbloccare le assunzioni sui fondi straordinari e fare un primo passo nella lotta alle baronie incentivando il merito. La lista, purtroppo, è lunga. Il futuro? Ad Altan l'ardua sentenza.

martedì 19 febbraio 2008

Made in Italy


L'Italia passa alla Germania astronomi e ricercatori vari, formati a spese dei contribuenti, e 200 tonnellate di monnezza. Queste cedute a caro prezzo, ovviamente pagato da noi. Mi viene da vederci un certo nesso... Dev'esserci una morale che al momento mi sfugge.

martedì 15 gennaio 2008

Fine sofista


Gli inceneritori sono antistorici e producono diossina e nanoparticelle. Se quello che scrivo è vero e documentato, allora sotto accusa devono finire in futuro tutti coloro che sono responsabili di morti di tumori: i politici, gli amministratori, gli imprenditori con i soldi del CIP6 della bolletta dell'energia elettrica. Se ciò che dico è falso, invito i piazzisti degli inceneritori a dimostrare il contrario su questo blog.


Quando si dice un bravo sofista, che ama ragionare portando argomentazioni. Beppe Grillo ha perso il controllo di se'. Se quello che scrivo e' vero e documentato, allora dovrebbe applicare la regola delle 10P* che mi insegno' l'insegnante di Italiano alla scuola media. Se e' falso, invito Grillo a dimostrare il contrario su questo blog. A quando la giornata dell'orgoglio laico contro il populismo?

* Prima Pensa Poi Parla Perche' Poco Pensando Potresti Poi Pentirtene

giovedì 10 gennaio 2008

Il discaricabarile


Guardo le immagini che arrivano dalla Campania e trasecolo. Leggo i giornali e sono sempre piu' confuso. Leggo un bel resoconto di un viaggio nella "terra dei fuochi" in compagnia di qualche reporter straniero, segnalato da Letizia, e rivedo lo stupore nelle domande dei miei colleghi d'oltralpi.
Ma la colpa, si scopre, e' sempre di qualcun'altro. Tutti restano al loro posto per i loro bravi motivi, la responsabilita' non era la loro. Qualcuno prova a spiegare la vera storia dell'emergenza (ma ha senso chiamarla cosi' dopo 15 anni?), ma nessuno sa come risolverla. Il poco che capisco e' che siamo davanti a un'enorme torta di munnezza, che in tanti si sono spartiti lasciandoci solo la parte migliore, quella che puzza. L'uomo della provvidenza e' un nuovo supercommissiario, peraltro senza alcuna competenza di rifiuti, che secondo il governo trovera' la soluzione in nientepopodimeno che 24 ore; anche se di commissari se ne sono stati cambiati 15 in 15 anni. Ma per il momento la fantastica soluzione e' mandare i rifiuti campani in giro per l'Italia, un po' per uno non fa male a nessuno. Poi si vedra'. Ora, e' vero che le discariche, le cave e ogni anfratto di quelle terre e' pieno dei rifiuti tossici di tutta Italia, e' vero che la gente non puo' continuare a vivere con montagne di rifiuti sotto casa nell'attesa di un miracolo o dell'eruzione del Vesuvio, ma siamo sicuri che sia ancora una volta questa la strada da percorrere? Che non sia giunto il momento di fare passi concreti per uscire dall'emergenza, ed eventualmente cercare di eliminare solo gli arretrati ingestibili con l'aiuto estrerno? Scrive Marta Meo sul suo blog: "Accettare oggi di farsi carico della monnezza napoletana senza che nulla succeda sul piano amministrativo e politico vuol dire avallare lo stato delle cose ed affermare una volta ancora che a fronte di tanta inettitudine e inciviltà c’è sempre qualcuno pronto a levare le castagne dal fuoco, o meglio, i sacchi dalla strada". Perche' come spiegava ieri Ermanno Rea in una bella intervista "bisogna fare attenzione a isolare l’emergenza immondizia come se fosse a sé stante, un evento dopo il quale non c’è più niente di cui allarmarsi. No, Napoli è un insieme di problemi, di guai, talvolta di disastri, che sono tutti figli di un male più generale che si chiama illegalità diffusa che è diventata cultura dell’illegalità. A Napoli ormai nessun problema si risolve più secondo le regole stabilite, le norme che altrove disciplinano la vita civile e sociale. Per tutte le questioni ci sono sempre scappatoie, vie traverse, transiti obliqui". I denari e le soluzioni a pioggia non servono, anzi sono dannose perche' alimentano e sostengono questo circolo e questa cultura.
La sensazione pero' e' che Napoli non sia un mondo a se', una questione particolare e meridionale. Ma che sia soltanto un po' piu' avanti del resto del paese dei furbi.

domenica 6 gennaio 2008

Puzza di marcio


La Befana si aggira sperduta per le strade della Campania fra cumuli di spazzatura e roghi. Tra politici che promettono e che si scaricano responsabilita', e imprenditori che contano le mazzette di banconote intascate stoccando i rifiuti tossici di mezza Europa. Come ricorda Saviano ieri su Repubblica, se Camorra, politici e imprenditori hanno lucrato da decenni sul business della "monnezza", le responsabilita' dell'attuale emergenza sono da cercare pero' nell'illusione miope di chiudere senza iniziative di alcun tipo il ciclo dei rifiuti. Nell'attesa incosciente che le discariche fossero piene senza alternative, senza bruciatori, senza reciclaggio. Che il destino di Napoli (e di tutte le nostre citta') non sia legato al Vesuvio, ma ai cumuli di immondizia tali e quali quelli di Leonia, raccontateci da Calvino nelle sue "Citta' Invisibili"?

La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dell’ultimo modello d’apparecchio.
Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciato, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare da sè, il mondarsi d’una ricorrente impurità. Certo è che gli spazzaturai sono accolti come angeli, e il loro compito di rimuovere i resti dell’esistenza di ieri è circondato d’un rispetto silenzioso, come un rito che ispira devozione, o solo perchè una volta buttata via la roba nessuno vuole più averci da pensare.
Dove portino ogni giorni il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede. fuori dalla città, certo; ma ogni anno la città s’espande, e gli immondezzai devono arretrare più lontano; l’imponenza del gettito aumenta e le cataste s’innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto. Aggiungi che più l’arte di Leonia eccelle nel fabbricare nuovi materiali, più la spazzatura migliora la sua sostanza, resiste al tempo, alle intemperie, a fermentazioni e combustioni. E’ una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, la sovrasta da ogni lato come un acrocoro di montagne.
Il risultato è questo: che più Leonia espelle roba più ne accumula; le squame del suo passato si saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta se stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature di ieri che s’ammucchiano sulle spazzature dell’altro ieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri.
Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stesse premendo, al di là dell’estremo crinale, immondezzai d’altre città, che anch’esse respingono lontano da sè montagne di rifiuti. Forse il mondo intero, oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta. I confini tra le città estranee e nemiche sono bastioni infetti in cui i detriti dell’una e dell’altra si puntellano a vicenda, si sovrastano, si mescolano.
Più ne cresce l’altezza, più incombe il pericolo delle frane: basta che un barattolo, un vecchio pneumatico, un fiasco spagliato rotoli dalla parte di Leonia e una valanga di scarpe spaiate, calendari d’anni trascorsi, fiori secchi sommergerà la città nel proprio passato che invano tentava di respingere, mescolato con quello delle città limitrofe, finalmente monde: un cataclisma spianerà la sordida catena montuosa, cancellerà ogni traccia della metropoli sempre vestita a nuovo. Già dalle città vicine sono pronti coi rulli compressori per spianare il suolo, estendersi nel nuovo territorio, ingrandire se stesse, allontanare i nuovi immondezzai.