giovedì 10 gennaio 2008

Il discaricabarile


Guardo le immagini che arrivano dalla Campania e trasecolo. Leggo i giornali e sono sempre piu' confuso. Leggo un bel resoconto di un viaggio nella "terra dei fuochi" in compagnia di qualche reporter straniero, segnalato da Letizia, e rivedo lo stupore nelle domande dei miei colleghi d'oltralpi.
Ma la colpa, si scopre, e' sempre di qualcun'altro. Tutti restano al loro posto per i loro bravi motivi, la responsabilita' non era la loro. Qualcuno prova a spiegare la vera storia dell'emergenza (ma ha senso chiamarla cosi' dopo 15 anni?), ma nessuno sa come risolverla. Il poco che capisco e' che siamo davanti a un'enorme torta di munnezza, che in tanti si sono spartiti lasciandoci solo la parte migliore, quella che puzza. L'uomo della provvidenza e' un nuovo supercommissiario, peraltro senza alcuna competenza di rifiuti, che secondo il governo trovera' la soluzione in nientepopodimeno che 24 ore; anche se di commissari se ne sono stati cambiati 15 in 15 anni. Ma per il momento la fantastica soluzione e' mandare i rifiuti campani in giro per l'Italia, un po' per uno non fa male a nessuno. Poi si vedra'. Ora, e' vero che le discariche, le cave e ogni anfratto di quelle terre e' pieno dei rifiuti tossici di tutta Italia, e' vero che la gente non puo' continuare a vivere con montagne di rifiuti sotto casa nell'attesa di un miracolo o dell'eruzione del Vesuvio, ma siamo sicuri che sia ancora una volta questa la strada da percorrere? Che non sia giunto il momento di fare passi concreti per uscire dall'emergenza, ed eventualmente cercare di eliminare solo gli arretrati ingestibili con l'aiuto estrerno? Scrive Marta Meo sul suo blog: "Accettare oggi di farsi carico della monnezza napoletana senza che nulla succeda sul piano amministrativo e politico vuol dire avallare lo stato delle cose ed affermare una volta ancora che a fronte di tanta inettitudine e inciviltà c’è sempre qualcuno pronto a levare le castagne dal fuoco, o meglio, i sacchi dalla strada". Perche' come spiegava ieri Ermanno Rea in una bella intervista "bisogna fare attenzione a isolare l’emergenza immondizia come se fosse a sé stante, un evento dopo il quale non c’è più niente di cui allarmarsi. No, Napoli è un insieme di problemi, di guai, talvolta di disastri, che sono tutti figli di un male più generale che si chiama illegalità diffusa che è diventata cultura dell’illegalità. A Napoli ormai nessun problema si risolve più secondo le regole stabilite, le norme che altrove disciplinano la vita civile e sociale. Per tutte le questioni ci sono sempre scappatoie, vie traverse, transiti obliqui". I denari e le soluzioni a pioggia non servono, anzi sono dannose perche' alimentano e sostengono questo circolo e questa cultura.
La sensazione pero' e' che Napoli non sia un mondo a se', una questione particolare e meridionale. Ma che sia soltanto un po' piu' avanti del resto del paese dei furbi.

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