C'e' grossa crisi
Io dico che Prodi va al Senato, perche', come ha detto ieri, li vuole vedere negli occhi e contare quelli che voteranno contro. Perche' non gli importa, giustamente, di un Prodi bis, perche' non ne puo' piu' di cavare il sangue dalle rape, di dare all'Italia una nuova speranza da vedere poi soffocare nei gretti interessi personali e nelle miserie di una parte minimale della coalizione. Dietro questa crisi si nascondono manovre per salvarsi la poltrona dato lo spettro del referendum, ambizioni di salire da Presidente a palazzo Chigi nemmeno tanto nascoste di chi stasera votera' no, timore per le proprie vicende giudiziarie, risentimenti incrociati tra gli schieramenti e al loro interno, insofferenza per una forza davvero maggioritaria che stava nascendo nel centrosinistra (come detto piu' volte da piu' part iieri al dibattito alla camera), la pressione della "balena bianca" di Ruini e Pezzotta che sta cercando in tutti i modi di invelenire il clima per far saltare il banco. E allora che si vada al Senato, che si voti contro e che ci si assuma la reponsabilita' di mandare a casa il governo in questa situazione. E farlo per tutti i motivi del mondo tranne che per il bene d'Italia. Ma poi si sa, come spesso in questi mesi, qualcuno dell'opposizione puo' pur essere malato, per allungare ancora un po' l'agonia fruttuosa della banda di Prodi in attesa di condizioni migliori per tutti. Vediamo.
Comunque sia, dice che "crisis" in greco significa scelta, cambiamento, giudizio. Che una crisi apre nuovi orizzonti, squarci e possibilità. Che le crisi hanno un senso, perche' si travaglia per emanciparsi, per districarsi in un esubero di strade. Che si debba allora trovare un termine alternativo per la "crisi" di questo governo?
1 commento:
Infatti si apprende che Prodi va al senato, anche dopo aver parlato con Napo. Coniglio dal cappello? E Cusumano sta riflettendo...
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