lunedì 21 gennaio 2008

La leggenda dei monti navaganti


Sara' che l'ho finito esattamente mentre entravo in stazione a Monaco, dopo 6 ore di treno reduce da un fine settimana a Verona. Sara' che il libro termina parlando di Pentidattilo, il posto piu' vuoto e piu' pieno a un tempo in cui sia mai stato. Sara' che e' un viaggio bellissimo attraverso le Alpi piu' dimenticate, e lungo gli Appennini sconosciuti e svuotati. Settemila chilometri e due mondi diversi. Sara' che Rumiz scrive e racconta benissimo, sara' la gente che incontra, sara' la Topolino che lo porta in giro per la spina dorsale dell'Italia, sconosciuta al popolo delle autostrade e degli autogrill. Autostrade che non hanno unito l'Italia, l'hanno svuotata: sono gli imbuti che hanno inghiottito milioni di pendolari e hanno svuotato le nostre montagne, depredate di tutto, dall'acqua alla dignita', ma che restano l'identita' profonda del nostro paese. Sara' che mentre lo leggi ti prende quella voglia di partire che non ti molla piu'. Sara' che parla di viaggi e di monti, sara' che l'ho tenuto in serbo per un sacco di tempo per aprirlo al momento giusto. Saranno un sacco di cose, ma questo libro mi e' piaciuto un sacco.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

mi fa piacere che ti sia piaciuto... è stata una scommessa ben riuscita. :-) Quando ti si rivede nel Bel(ma non troppo) Paese??

beffatotale ha detto...

Ale'! grazie ancora. Me l'ero tenuto per tempi peggiori e ho fatto bene. Sono a FI credo il 2 febbraio...