I nodi al pettine
E' finita. Un grazie a Prodi che andando fino in fondo ci ha additato uno a uno, in una cornice degna di scimmie allo zoo, chi porta la responsabilita' della caduta del governo: con motivazioni fantasmagoriche e per lo piu' incomprensibili se non dal punto di vista della gretta opportunita' personale, Mastella, Barbato, Scalera, Dini, Bordon, Fisichella, Turigliatto, ma anche De Gregorio e Pallaro votano contro, si astengono o non partecipano alla votazione. Tutti eletti nelle liste dell'Unione che hanno ben pensato di voltare le spalle, chi da subito e chi da stasera, al patto stipulato con alleati ed elettori per sfiduciare il governo che ha rimesso in piedi l'Italia stremata da 5 anni di berlusconismo. Ora vanno al governo quelli degli sputi e del "venduto, frocio, troia, checca" urlato a un senatore colpevole di essere rimasto fedele ai suoi impegni ed aver votato con la sua coalizione. Quelli che oggi hanno inneggiato alla rivoluzione armata, paragonato Prodi a Mussolini, quelli che pensano di citare a caso (ma prendono un granchio colossale) Neruda che si contorce nella tomba, evocato quello di Prodi come il peggior governo della storia repubblicana per aver "impedito" al Papa di parlare alla Sapienza, ed evidentemente per averci salvato dal disastro. Quelli che gia' gridano al voto al voto, non importa con che Porcellum, piu' presto possibile per godersi tutto il vantaggio. Che due ore dopo la sfiducia si fregano le mani assaporando gia' le nuove leggi ad personam da fare e la riforma del sistema giudiziario per chiudere finalmente la bocca ai giudici comunisti e fregarsi anche le banane di questo circo che stanno facendo diventare l'Italia.
Mentre massacreranno il paese, dovremo allora usare il tempo che ci e' dato per rimetterci in piedi. Prendere questo PD nato moribondo (che anche oggi in aula e' stato indicato da tutti come il responsabile del disfacimento della coalizione, reo di essere troppo ingombrante per la sopravvivenza dei piccoli) e ricostruirlo con coraggio e scelte finalmente radicali dalle fondamenta. Fondamenta appena gettate, ma su schemi e disegni scontati, sorpassati, sconfitti dagli eventi. Cambiando finalmente una classe dirigente che non e' stata capace a piu' riprese di guidare il paese. Che ha prodotto un governo che ha fatto piu' di quanto poteva, ma a costo di due anni di calvario piegati ai ricatti e ai veti che con il senno di poi hanno ottenuto soprattutto di far perdere consensi a un governo e alla sua maggioranza. Un governo che sara' ricordato più per ciò che poteva fare e non ha fatto che per quanto ha ottenuto. Una maggioranza apparsa immobilizzata dalle opposte richieste e capace di rispondere solo a una minoranza delle emergenze del paese. Non bastera' correre da soli per assicurare coerenza, unione di intenti nelle diversita' e unicita' di ognuno, incisivita' di azione. Tutte caratteristiche necessarie per rimettere insieme un paese sfilacciato, dominato dai contrasti fra caste, fra laici e bigotti, fra giovani e anziani, fra precari e stabili. Saremo capaci di una svolta di questa portata? Abbiamo una nuova classe dirigente fatta non solo di volti nuovi, ma di un approccio divero alla politica e alla gestione della cosa pubblica? Forse, a questo punto, serve davvero il rischio di un'autorita' che possa decidere davvero, senza doversi preoccupare ad ogni passo di non scomodare nessuno. Che possa permettersi di fare scelte impopolari per il bene del paese, con una visione che guardi piu' lontano del popolo che deve non solo governare ma anche educare. Nel dubbio vado a letto confuso ed esterrefatto come un pugile suonato. E se la piu' agghiancciante battuta sentita oggi in queste ore di angoscia e di flebile speranza diceva che "Sircana vuole un governo di transizione", sembra proprio che adesso a volerlo siano veramente in pochi. Ora siamo nelle mani di Napolitano e del referendum prossimo venturo.
freddo come una lama qualunque
e grande come la nostra fortuna
che è poi la fortuna di chi vive adesso
questo tempo sbandato, questa notte che corre
e il futuro che viene a darci fiato.
7 commenti:
Ma dove vivi?
Garching bei Muenchen
Ora siamo tutti a Ceppaloni...
ma secondo voi che fine fa il referendum sulla legge elettorale...???
povero Segni, altro che malore in aula come Cusumano... dopo essersi fatto il mazzo rischia di rimanere lì, appeso ad un chiodo.
E noi andiamo a votare con le mani legate. Un'altra volta...
[E non è che lo scenario con Marini supereroe contro i rifiuti e le bagarre del parlamento sia troppo migliore...]
Bah!
Oddio, non e' che anche il referendum ci consegni una legge elettorale fantastica, anzi. Mah, Napo vuole una nuova l;egge elettorale per forza, ma FI vuole il voto subito per godere di tutti i vantaggi tattici di questa situazione... vedremo
Io propongo Bondi presidente, che ieri si sbracciava al senato con accanto Silvio impassibile mente un povero senatore di FI urlava a Prodi che il suo era il peggior governo della storia, perchè era colpa sua se il Papa non era potuto entrare alla Sapienza.
E intanto Giuseppe, che è ad un convegno a Sorrento, racconta che dal treno si vedono cumuli di spazzatura su tutte le strade, uno spettacolo indicibile, qualcosa che non può essere tollerato in un paese civile, ma che in Italia passa in secondo piano grazie alla famiglia Mastella... e intanto... vedremo!
[Io non scherzerei troppo con l'annunciare l'asilo politico all'Angela...]
Perche' siamo il paese del discaricabarile: anche ieri tutti a dare la colpa agli altri della crisi. Ma qualcuno che si alza e dice che ha sbagliato? A napoli uguale. Intanto restano i sacchi per la strada e gli squadristi al governo. Ma Bondi le poesie non le scrive piu'?
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