martedì 22 gennaio 2008

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Coerenti fino alla fine. Casini (11/07): "La CdL e' finita, Berlusconi se n'e' accorto con 15 mesi di ritardo"; Berlusconi (11/07): "Casini e' irrecuperabile, andra' a sinistra"; Berlusconi (oggi): "In caso di elezioni il centrodestra si presenterà unito, non c'è mai stata una divisione nei valori".

La patata bollente. Berlusconi: "Mastella? Penso che stia parlando con l'Udc e, quindi, probabilmente Casini e Mastella torneranno a stare insieme"; Cesa: "Mastella? E' un amico che stimiamo e che abbiamo difeso pubblicamente in Parlamento, ma è più facile che si presenti con il Partito delle libertà di Berlusconi".

Cosi' Padellaro sull'Unita':

L’ex ministro della Giustizia Mastella indagato con moglie e consuocero da una procura campana si vendica dell’affronto uscendo dalla maggioranza. Lo fa nel giorno del drammatico tonfo delle borse mondiali, che l’economia italiana e dunque gli italiani rischiano di pagare a carissimo prezzo. Nell’assurda e irresponsabile sproporzione tra motivi personali e conseguenze nazionali, tra ripicche e disastri c’è tutta la gravità della crisi italiana. Non solo quella di un singolo esecutivo, tutto sommato rimediabile, ma di un intero sistema politico e parlamentare a cui viene di fatto impedito di governare il paese da una serie di ricatti individuali. A questo punto se come sembra Romano Prodi chiederà alle Camere di esprimersi subito con un voto di fiducia o di sfiducia, renderà al paese un grande servizio, anche se forse l’ultimo del suo governo. Noi, come lui, vogliamo guardare bene in faccia quei deputati e quei senatori che hanno deciso di tradire il patto sottoscritto con l’Unione mandando a casa il governo votato da 19 milioni di elettori. E vogliamo ascoltarli attentamente quando enunceranno le ragioni del loro improvviso passaggio all’opposizione, così profondo e motivato da valere una letterina di poche righe recapitata a Palazzo Chigi. Ciò dopo che per un anno e mezzo il premier si è prodigato oltre ogni limite per tenere insieme pezzi e pezzettini della coalizione. Ciò mentre quello stesso governo, liquidato magari dopo una riunione nel tinello di famiglia cominciava a redistribuire reddito alle fasce più deboli, risanava i conti pubblici con risultati apprezzati dall’Europa e la cui mediazione era fondamentale per la soluzione di una grande questione sociale e salariale come il contratto dei metalmeccanici. Quale riforma elettorale potrà mai salvarci se poi i politici restano questi e con questo senso dello Stato?

Ecco cosa perderemmo, ben sintetizzato da Corrado. Ecco cosa quella specie di santo (come lo definisce Nando Dalla Chiesa in un bel post), che ha tenuto insieme una coalizione guidata ai suoi estremi da individui che hanno anteposto i grevi interessi personali al bene del paese tradendo il patto stipulato con i loro elettori, ha detto oggi in aula: "Ci aspettano progetti importanti che responsabilmente abbiamo avviato senza pensare che decisioni solitarie ed episodiche potessero metterli in forse. Abbiamo preso con gli elettori e con il Paese impegni che intendiamo rispettare, secondo quanto stabilito dalle regole parlamentari e costituzionali". Questi i numeri al Senato. Prodi: "Sono ottimista, penso di farcela anche stavolta". E' in contatto col mago Zurli'.

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