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martedì 7 settembre 2010

De gustibus


Giovanni Fontana, sul suo Distanti Saluti, commenta cosi' il discorso di Fini a Mirabello, quello che e' piaciuto a tutti fuorche' a Berlusconi e che addirittura per qualcuno era piuttosto vicino al Lingotto Veltroniano:

Ieri notte ho sentito il discorso di Fini, e ho realizzato – una volta di più, ce ne fosse il bisogno – che io il mio Paese non lo capisco: perché non è soltanto il fatto che l’Italia è un Paese conservatore, come ho cercato di spiegarmi diverse volte, non basta.

Voglio dire: io sono una persona di sinistra, almeno nel senso in cui la sinistra è sempre stata intesa, e perciò è naturale che un discorso profondamente di destra – onorepatriaeffamiglia – come quello che ha fatto Fini a Mirabello non mi piaccia, per quanto ne risconosca la dignità politica: su immigrazione, legalità, ordem e conservação, dice cose completamente all’opposto di quella che è la mia cultura ideale di progressismo e vicinanza ai senza diritti.

Perciò io mi aspetterei che – dài, è ovvio – chi dice cose di sinistra dovrebbe piacere alla gente come me, Gianfranco Fini dovrebbe piacere alla gente di destra, e Silvio Berlusconi – per le ragioni che sappiamo tutti – non dovrebbe piacere a nessuno.

Invece Berlusconi piace a quelli di destra. Fini piace a quelli di sinistra. E la sinistra non piace a nessuno.

lunedì 9 agosto 2010

Chi va piano va sano e lontano



da Leonardo

martedì 4 maggio 2010

Qualcosa di destra

La cinquantatreesima puntata di Tolleranza Zoro:

martedì 20 aprile 2010

Dubbio

Dice che non ha intenzione di stare zitto. Vedimo quanto dura...

giovedì 27 agosto 2009

Applausi


La sorpresa per Gianfranco Fini presidente della Camera, ospite ieri alla festa Democratica di Genova, arriva alla fine del dibattito condotto da Mario Orfeo, direttore del Tg2. Si parla del G8 dei Parlamenti che si terrà a settembre, e verso la fine Orfeo accenna al G8 di Genova e alla morte di Carlo Giuliani. Il presidente della Camera lo ferma per dire: « A proposito di G8 di Genova, voglio togliermi un sassolino dalla scarpa: sono soddisfatto e, come italiano, sono felice che la Corte Europea per i Diritti dell´uomo abbia detto in modo inequivocabile che quel carabiniere ha agito per legittima difesa». Si aspettava probabilmente il silenzio, forse qualche fischio. E invece arriva l'applauso dalla platea democratica e Fini lo sottolinea: «Mi fa piacere che applaudiate, dopo tante polemiche». Al di la' di una difesa che se anche legittima fu senz'altro sproporzionata, e del definitivo funerale della teoria assurda del proiettile deviato dal mattone volante, colpisce il convinto applauso al presidente della Camera su un tema come questo. Visto poi che, come sottolinea in seguito Franceschini, si Fini guarda bene dal ricordare che la stessa sentenza ha condannato l'Italia a risarcire 40 milioni di euro alla famiglia Giuliani per come si è comportata sul piano dell'organizzazione, della repressione, della giustizia, e per aver lasciato solo un carabiniere di leva dopo 16 ore di fila per di piu' armato. E soprattutto evita di ricordare che in quei giorni a Genova per orchestrare il lavoro della polizia dalal sala operativa c'era anche lui come vicepresidente del Consiglio: la persona meno adatta dunque a essere soddisfatto di questa sentenza della Corte Europea.
Eppure gli applausi sono partiti, probabilmente guidati dalle troppe volte in cui di recente e' stato proprio Fini a pronunciare le parole che in molti avrebbero voluto sulla bocca dei leader della sinistra su temi come l’immigrazione, la laicità, i diritti civili. O forse ad avere la possibilita' di pronunciarle con un passaggio sui tiggi'. Fatto sta che, nonostante l'operazione di ripulitura che dovrebbe aiutarlo a risalire la corrente del Quirinale, il nome di Fini rimane in calce ad alcune delle leggi peggiori degli ultimi tempi, basti pensare a quella dell'immigrazione che divide con Bossi e che sta alla base dell'impossibilita' di regolarizzarsi e di regolare i flussi di stranieri nel nostro paese. Ovviamente il Cinegiornale1, nel servizio di ieri sera sulla festa di Genova, ha parlato solo di questi applausi fuori posto: resta da domandarsi se la polemica che avrebbe montato in caso di fischi avrebbe fatto ancora piu' gioco a Minzolini e compagni...

giovedì 15 maggio 2008

Il garante di tutti


Appena eletto presidente della Camera, Gianfranco Fini si era subito preoccupato di dipingersi come "garante di tutti" nel suo discorso, senza neppure tralasciare di lodare l'importanza di celebrare il 25 Aprile. Ovviamente come festa della "liberta'" e non della "liberazione", ma sono particolari che l'emiciclo ha trascurato per celebrare la sua elezione con un lungo applauso bipartisan.
Ieri durante le dichiarazioni di voto per la fiducia alla Camera, l'intervento di Di Pietro e' stato ripetutamente interrotto dalla solita, e non per questo piu' accettabile, gazzarra di chi non era d'accordo con le sue parole, ruvide ma senz'altro vere e condivisibili. Di Pietro ha fatto notare al Presidente le continue interruzioni, e che sarebbe suo compito darli la possibilita' di parlare. Questi ha seraficamente risposto (intorno a 2'30" del video sotto) che la gazzarra e' normale e naturale ("entro certi limiti"), e poi "dipende unicamente da quel che si dice". Un'affermazione gravissima in bocca a chi si dichiara, e dovrebbe essere, il garante di tutti e della liberta' di esprime in quella sede le proprie idee. Il "volemose bene" inaugurato dai discorsi di insediamento dei Presidenti delle Camere e del Presidente del Consiglio comincia gia' a crollare alla prima prova. Niente male il garante di tutti. Vietato disturbare la tela del Manovratore: dopo le polpette avvelenate, torna il vero volto di questa destra.