venerdì 3 settembre 2010

Indignazioni che non lo erano


Circola ormai da molti giorni una mobilitazione non indifferente contro la casa editrice Mondadori, accusata di conflitto di interesse e di essersi fatta confezionare una leggina per non pagare al fisco 350 milioni. Tutto nasce da un articolo di Massimo Giannini, vicedirettore di La Repubblica, apparso nel quotidiano il 19 agosto scorso, ma e' stato amplificato da una lettera di Vito Mancuso, che scrive appunto per Mondadori, che a quell'articolo ne ha tratto una crisi di coscienza (ma non lo sapeva prima chi era il padrone della Mondadori?), che l'ha portato a lasciare la casa editrice. Si tratta dell'ennesimo caso di conflitto di interesse? Ovviamente si', come quasi per ogni legge che venga approvata visto che il capo del Governo e' proprietario anche di quasi tutto. Si tratta di uno scandalo inaccettabile? Forse no.
Tutto comincia nel 1991 si fondono due aziende: la Arnoldo Mondadori Editore e la Arnoldo Mondadori Editore Finanziaria. Nello stesso anno viene contestata dall’Agenzie delle Entrate l’elusione di imposte per 200 miliardi: la fusione tra un’azienda in attivo ed un’altra in perdita pare venga sempre cotestata dal fisco, visto che la compensazione tra profitti (di un’azienda) e perdite (dell’altra) porti ad una indebita riduzione delle imposte da pagarsi da parte di quella in utile. Il discrimine, ciò che rendeva e rende perfettamente lecita una tale operazione è l’interesse economico (non fiscale) della fusione. Tuttavia in questo caso Mondadori riesce a dimostrare la rilevanza (e l’interesse) economica della fusione davanti a due Commissioni tributare sia in primo grado che in appello. Nel 2008, 17 ani dopo (!!), l’iter della contestazione non è ancora finito. Lo “stato” (che ha perso già due volte) ricorre in Cassazione, mentre la cifra che si contesta a Mondadori è lievitata a 350 milioni di euro grazie a interessi, indennità di mora e sanzioni. Nel 2010 accade ciò che Repubblica e Mancuso hanno dettagliatamente descritto: alle aziende che hanno già vinto in primo e in secondo grado, viede data la possibilità di chiudere la lite tributaria (prima del giudizio in Cassazione) con il pagamento del 5% del “contestato” iniziale. Nel caso di Mondadori 8,6 milioni di euro. 8,6 milioni di euro che secondo lo stato (attraverso due sentenze) non erano dovuti. Piu' che uno scandalo di evasione fiscale, pare piu' una storia di mala-giustizia, con un'azienda che preferisce pagare una cifra che le consenta di sfuggire ad una spada di Damocle. Come se mancassero gli scandali veri, e i conflitti di interesse ben piu' gravi di questo. Giulio Mozzi si dilunga ben piu' di cosi' nello spiegare perche' lo scandalo non sia poi uno scandalo.
Resta il fatto che tutte le anime candide che solo adesso si sono resi conto di chi sia il padrone di Mondadori e Einauido e si stracciano le vesti, avrebbero dovuto pensarci prima e seguire l'esempio di Mario Cardinali e del Vernacoliere.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

vabbé meglio tardi che mai!
Te che faresti?!

Pancry

beffatotale ha detto...

tra tutti i motivi, di sicuro non lascerei Mondadori per uno scandalo che non e' uno scandalo... magari mi sceglierei un editore diverso, se possibile, oppure eviterei di stracciarmi dopo le vesti...

Anonimo ha detto...

supercazzola bitumata quella dello scandalo non scandalo. la mondadori ha pagato 8 e doveva pagare 300. c'è chi casca dalle nuvole simil-sornione (si sapeva da mo') ma io la prendo come goccia che fa traboccare il vaso.
L'adesione di tanti scrittori a una prostesta di questo tipo la vedrei positivamente.

Pancry

beffatotale ha detto...

Attenzione: la Mondadori NON deve pagare 350. Se perdesse il terzo grado di giudizio dopo aver vinto i primi due (e mi pare difficile) allora lo dovrebbe fare... al momento non deve pagare manco una lira...

Anonimo ha detto...

grazie per la rettifica. Morale: pagherà 8 invece di 350

Pancry

beffatotale ha detto...

Errore: paghera' 8 invece di zero pur di levarsi dalle scatole il processo pendente, e fara' risparmiare allo stato qualche milionata di spese processuali...

Anonimo ha detto...

le milionate risparmiate in spese processuali lasciano il tempo che trovano, è il messaggio che si da che conta di più: ti diamo la possibilità di chiudere la vicenda di cui sei reo pagando una piccola parte del contestato iniziale. Ha lo stesso sapore del rientro dei capitali dall'estero ideato da Tremonti: si fanno rientrare, ma in piccola parte,.. e accattatev'ill'!

Pancry

beffatotale ha detto...

Ripeto: la Mondadori NON e' rea fino a prova contraria. Anzi in due (2) gradi di giudizio e' stata considerata non colpevole...

Anonimo ha detto...

mondadori non è rea per la giustizia ma sappiamo che colpevole lo è. la tua precisione è encomiabile ma look at the big picture!

Pancry