lunedì 20 aprile 2009

Fin che la barca va


Un mercantile turco, il Pinar, il 16 Aprile raccoglie a bordo a 25 miglia a sud di Lampedusa 154 migranti (tra cui 37 donne, due incinte, e una quarantina di minori) e un cadavere, di un'altra donna incinta, che andavano alla deriva su due barconi da 10 giorni. Le autorità della Valletta hanno coordinato le operazioni di soccorso e indicato alla nave porta container di fare rotta verso il porto più vicino, cioè Lampedusa. Ma le autorità italiane non hanno pero' autorizzano il Pinar a dirigere verso l'isola, accusando i Maltesi "di non assumersi le proprie responsabilità". Per 4 giorni i migranti e l'equipaggio del mercantile sono rimasti fermi al largo di Lampedusa vittime di un'incredibile ping pong: Italia e Malta hanno continuato ad accusarsi a vicenda e a scaricarsi la responsabilita' dei fatti sulla base di accordi non siglati dalle due parti in merito al contenimento dell'immigrazione clandestina e contrasti sulla delimitazione degli spazi marittimi nel Mediterraneo. Ping pong che e' andato avanti nella quasi indifferenza dei media e dell'opinione pubblica, gia' concentrati sul terremoto, e soprattutto sulla pelle delle 150 persone a bordo: niente coperte, niente acqua (per due giorni bevuta solo acqua di mare), condizioni igieniche al limite (anche il cadavere ormai in decomposizione era stato deposto in una scialuppa al traino). Nonostante l'intervento di due medici in elicottero, la situazione restava grave e molti non potevano essere curati a bordo. Finalmente ieri l'Italia cede, e autorizza il mercantile a dirigersi verso Porto Empedocle e ad attraccare. Non finiscono pero' le polemiche e il rimpallo della responsabilita' fra Roma e La Valletta: Maroni e' infuriato, mentre i maltesi parlano di "disguido tra amici".
Mi chiedo come si possono trovare delle parole per commentare un "disguido tra amici" che ha messo a repentaglio la vita di 150 persone che nessuno voleva, e che probabilmente spingera' qualunque nave incroci una carretta di disperati nelle acque del Canale di Sicilia a pensarci bene prima di salvare vite umane che potrebbero pero' mettere a repentaglio anche la propria.

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