giovedì 6 agosto 2009

Acquaformosa deleghistizzato


Ad Acquaformosa, piccola isola linguistica arberesch (la lingua degli albanesi che trovarono rifugio in questi luoghi dopo la sconfitta di Giorgio Castriota Skanderbeg) nel cuore del Pollino in provincia di Cosenza, il consiglio comunale ha approvato il 4 Agosto all'unanimita' una regolare delibera per la deleghistizzazione del paese. La delibera prevede l’installazione di «pannelli all’interno della cittadina con l’indicazione di “Paese deleghistizzato”», e l’approvazione di un decalogo sui «comportamenti da tenere nei confronti di tutti i popoli, compresi quelli celtico-padani»:

Volete cambiare il Tricolore. Volete le gabbie salariali, e poi presidi, magistrati, poliziotti e carabinieri, impiegati dell’Inps e del catasto, tutti con il “passaporto” della Padania in tasca e il dialetto bergamasco sulla lingua. Insomma: volete sfasciare l’Italia. E noi ci deleghistizziamo.

Nel nostro paese non togliamo le panchine per gli immigrati, anzi le dotiamo di cuscini.

Nel nostro paese non disinfettiamo i luoghi dove vivono gli immigrati: i nostri luoghi sono puliti naturalmente.

Da noi è vietato scrivere “Forza Etna” o “Forza Vesuvio”: ma si può scrivere: “Fate l’amore non la guerra”.

Nel nostro paese è vietato fare gli esami di dialetto per l’insegnamento nelle scuole: basta l’esame di abilitazione nazionale.

Nel nostro paese non sono ammesse le ronde: è consentito il libero passaggio e lo “struscio”.

Sono abolite le magliette con scritte offensive verso l’Islam: meglio essere nudi che cretini.

Nel nostro paese non si può gridare “Roma ladrona”: si può cantare “Roma capoccia”.

Nel nostro paese non occorre affermare di avercelo duro: perché tutti lo sanno

Alberto Da Giussano da noi è ritenuto un dilettante al cospetto del nostro Giorgio Castriota.

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