domenica 2 agosto 2009

Ricatti e consenso



Dinanzi al ricatto di costituire un Partito del Sud, Berlusconi ha dovuto concedere in fretta e furia circa 4 miliardi di euro a favore della Sicilia, quale anticipazione di un successivo e non ben identificato Piano per il Meridione rinviato per ora a data da destinarsi. Con il risultato di mettersi contro un'altra fetta della sua coalizione che sta facendo del logoramento di Berlusconi la sua vera battaglia politica, dimostrando il teorema che dividere e mettere tutti contro tutti puo' aiutare a prendere il potere, ma non a governare.
Anche i fatti parlano piu' chiaro dei proclami su giornali e tv: i 4 miliardi erano gia' stati stanziati tramite Cipe e poi bloccati, quindi in pratica non ha concesso nulla di nuovo, e il governo Berlusconi che oggi appare paladino del sud (!!) aveva di fatto destinato 20 miliardi stanziati dal precedente governo per lo sviluppo del meridione a tutt'altro scopo. Ma l'importante si sa non e' la sostanza, e' il messaggio per raccogliere consenso. Se un piano serio e complesso per il meridione non richiama consenso immediato, lasciamolo da parte, meglio 4 miliardi a pioggia come una goccia nell'oceano per ingrassare i soliti sorci, e chi s'e' visto s'e' visto. Quella che L'Antonio chiama "furia del consenso" sta di fatto negando al paese qualunque piano di largo respiro: meglio poco e inutile subito, che qualcosa di costruttivo i cui effetti si vedranno domani. Lo sa bene il governo precedente mandato a casa da promesse demagogiche e dalla volonta' di rimettere in sesto il paese, poi subito fatto naufragare dai colleghi venuti a sostituirlo: il bilancio di Tito Boeri dei primi 15 mesi di governo e' implacabile e preoccupante. Non c'è stata alcuna riforma vera, se non quella ancora tutta in fieri della pubblica amministrazione e il tentativo di demolire la scuola pubblica. Molti provvedimenti ad hoc, ad personam, transitori, in deroga o in proroga, che lasceranno e stanno gia' lasciando un'eredità pesante nel paese delle eccezioni e delle complessità normative, con il debito pubblico mai cosi' fuori controllo. Se ne è già accorto l'esecutivo perché nella legge di assestamento di bilancio ha dovuto rifinanziare per 10 miliardi misure la cui entità era stata in origine sottostimata.
Paradigmatico anche il caso dei fondi per ricerca e sviluppo nelle imprese tagliati e distribuiti solo per un totale di 1 miliardo di euro e solo a quelle imprese in cima a una speciale graduatoria. Peccato che non si volesse premiare il merito, ma solo la velocita': chi all'apertura del bando il 6 Maggio scorso cliccava per primo per l'invio della domanda otteneva gli agognati fondi, una vera assurdita'. 22000 imprese sono rimaste fuori, senza un criterio per premiare davvero chi vuole innovare e innovarsi. Resta da capire perche' nonostante tutto gli industriali continuino a spellarsi le mani nel sostenere il governo in ogni occasione, nonostante si navighi a vista inanellando assurdita' e ingiustizie palesi. Forse la risposta e' purtroppo molto semplice e molto triste, la non politica della destra pur danneggiando le imprese produttive e il paese, ne facilita molte senza meriti particolari attraverso forme meno visibili e meno dicibili ma molto concrete: nuova tolleranza verso l'evasione, ammorbidimento delle regole sulla sicurezza e sul lavoro nero, aiutini negli appalti pubblici...

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