Attuare la Costituzione
Cosi' recita la relazione accompagnatoria all'ennesima legge ad personam varata dalla destra e che sta per approdare alle Camere per la discussione, il disegno di legge sulla durata dei processi (qua il testo completo). L'ennesima vergogna spacciata per altro per applicazione della carta costituzionale.
In pratica il disegno di legge prevede che dopo due anni per ogni grado di giudizio i reati si estinguano per prescrizione se l'accusato e' incensurato (ma non se questi ha una qualsivoglia condanna minore di qualunque genere) e se la pena e' inferiori ai dieci anni. Sono previste una serie di eccezioni per reati particolarmente gravi e dannosi per la collettivita', tra i quali non figura, guarda caso, nessuno di quelli relativi ai processi di Berlusconi quali corruzioni e reati fiscali e finanziari, ma ad esempio fanno bella mostra di se' i reati previsti nel testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero: al razzismo non si rinuncia neanche per le leggi ad personam.
Quello che indigna piu' di tutto, ancora piu' del fatto che per salvare se stesso Berlusconi e' pronto a mandare a monte migliaia di processi anche gia' in corso, e' che questo disegno di legge venga giustificato con la volonta' di accorciare i tempi dei processi. Peccato pero' che il testo non preveda in alcuna parte una riforma delle procedure processuali: se il processo non fa in tempo, si straccia e tutti a casa. E' lo stesso procedimento delle ferrovie svizzere, a cui ho assistito qualche anno fa a Briga: un treno che accumula troppo ritardo (1 ora e mezzo nel mio caso) non e' tollerabile. Si fa fermare alla prima stazione e si fanno scendere tutti i passeggeri. Chi si e' visto si e' visto, pazienza se quello era l'ultimo treno della giornata, i passeggeri si arrangeranno. Almeno nessuno potra' dire che in Svizzera i treni non vanno in orario. Una follia assoluta.
Mi rifaccio alle parole dell'Associazione Nazionale Magistrati per ogni ulteriore commento a questa nuova vergogna:
Gli unici processi che potranno essere portati a termine saranno quelli nei confronti dei recidivi e quelli relativi ai fatti indicati in un elenco di eccezioni (articolo 2, comma 5 del disegno di legge) che pone forti dubbi di costituzionalità. È impensabile, infatti, che il processo per una truffa di milioni di euro nei confronti dell’imputato incensurato si estingua, mentre debba proseguire il processo per una truffa da pochi euro, commessa da una persona già condannata, magari anni prima, per altro reato.
Saranno invece destinati a inevitabile prescrizione tutti i processi per reati gravi, quali abuso d’ufficio, corruzione semplice e in atti giudiziari, rivelazione di segreti d’ufficio, truffa semplice o aggravata, frodi comunitarie, frodi fiscali, falsi in bilancio, bancarotta preferenziale, intercettazioni illecite, reati informatici, ricettazione, vendita di prodotti con marchi contraffatti; traffico di rifiuti, vendita di prodotti in violazione del diritto d’autore, sfruttamento della prostituzione, violenza privata, falsificazione di documenti pubblici, calunnia e falsa testimonianza, lesioni personali, omicidio colposo per colpa medica, maltrattamenti in famiglia, incendio, aborto clandestino.
Per tutti questi reati sarà impossibile arrivare a una sentenza di primo grado entro due anni dalla richiesta di rinvio a giudizio, quindi sarà sempre impossibile accertare i fatti. Più che di una amnistia, si tratta di una sostanziale depenalizzazione di fatti di rilevante e oggettiva gravità. Truffatori di professione, evasori fiscali, ricettatori, corrotti e pubblici amministratori infedeli, che non abbiano già riportato una condanna, avranno la certezza dell’impunità.
Infine la norma transitoria, che estende ai processi in corso l’applicazione delle nuove disposizioni, è destinata a determinare l’immediata estinzione di decine di migliaia di processi, anche per fatti gravi. Per limitarci a qualche esempio, la legge provocherà l’immediata estinzione di gran parte dei reati nei processi per i crac Cirio e Parmalat, per le scalate alle banche Antonveneta e Bnl, per corruzione nel processo Eni-Power.
Luca Palamara, presidente dell’Associazione nazionale magistrati
Giuseppe Cascini, segretario generale
Roma, 12 novembre 2009
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