mercoledì 2 giugno 2010

Sfilate


Massimo Gramellini sulla Stampa:

Nel giorno della parata militare lungo i Fori, oso sperare che nessuno sottovaluterà l’importanza dell’acquisto di centotrentuno cacciabombardieri F-35, centoventuno caccia Eurofighter e cento elicotteri NH90 da parte delle nostre Forze Armate. Con una certa malizia i Verdi fanno notare che lo scontrino complessivo di una spesa degna del set di «Apocalypse now» ammonta a 29 miliardi di euro, 5 in più della manovra (a proposito di apocalissi).

Ma tutti sappiamo che, oggi come oggi, senza un cacciabombardiere non si va da nessuna parte. Quindi lungi da noi l’idea populista di rinunciare al rombo dei motori guerrieri per tutelare lo stipendio di un impiegato pubblico o la sopravvivenza di un ente culturale. Però, forse, almeno un accenno a questa eventualità poteva essere fatto da chi ci governa. Anche solo come gesto di trasparenza e di cortesia: cari italiani, vi chiediamo di stringere la cinghia, però sappiate che i vostri sacrifici non saranno vani, perché dei cacciabombardieri così belli non li ha nessuno. Per non parlare degli elicotteri.

L’emozione sarebbe stata talmente forte che i dipendenti dello Stato avrebbero donato, se non l’oro (di cui al momento sono sprovvisti), i loro straordinari alla Patria, pur di consentirle di sfrecciare invitta e gloriosa nei cieli. E i poliziotti avrebbero sbandierato con orgoglio la mancanza di soldi per il carburante delle auto di servizio, con la tranquilla consapevolezza di chi sa che per combattere la mafia, stroncare la corruzione e proteggere i cittadini, nulla è più efficace di uno stormo di cacciabombardieri.

Ricordo che l'acquisto di cotanti cacciabombardieri e il finanziamento della missione in Afghanistan sara' effettivamente pagato con i tagli agli enti di ricerca e con la finanziaria lacrime e sangue di alcuni: i giovani, i precari, i dipendenti pubblici. Che probabilmente dall'anno prossimo andrebbero fatti sfilare al posto dei guerrafondai il 2 giugno per i Fori Imperiali, visto che sono loro e non dei pinguini in divisa che fanno il passo dell'oca e si fanno fare i massaggini nei centri benessere a mandare avante questo baraccone di Repubblica fondata sul lavoro. Di pochi.

1 commento:

Cosimo ha detto...

Mi permetto di incollarti qui questo:
da www.mosaicodipace.it

2 giugno: parata militare? No, grazie!
31 maggio 2010 - Renato Sacco

È domenica 30 maggio. Poco prima di spegnere il computer leggo la lettera di Maria Luisa Busi, nota giornalista ex-conduttrice del Tg1, che tra l’altro scrive: “Oggi l'informazione del Tg1 è un'informazione parziale e di parte. Dov’è il Paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c'è posto per tutti i nostri figli? ... E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese...”
Sono le 23,30. Accendo la Tv e c’è uno speciale del Tg1, ‘L’inchiesta’, su don Luigi Di Liegro, un grande prete romano, responsabile Caritas. In studio conduce Monica Maggioni, con vari ospiti. Un programma che mi sembra ben fatto. Si parla dell’impegno di don Luigi, del suo essere accanto ai poveri, di giustizia, di pace, di obiettori di coscienza, dei carcerati, degli stranieri, delle sue denunce nei confronti del potere, ecc..
Che bravo il Tg1 a parlare di don Luigi Di Liegro. Peccato che sia morto nel 1997. Che bravo il Tg1 a parlare dei poveri, della solidarietà, della pace e della giustizia, dei comitati contro le attività di don Luigi… di cose, insomma, tutte ormai passate.
Certo è importante non dimenticare quanto detto e fatto ieri, così come figure profetiche come quelle di don Di Liego. Purtroppo, però, è solo uno sguardo al passato.
Quando vediamo il Tg1 in diretta, che dovrebbe parlare dell’attualità, dei poveri di oggi, degli ultimi, della giustizia, del potere politico, ci rendiamo tutti conto che è davvero “un’informazione parziale e di parte”.
C’è il silenzio su molte situazioni e tragedie di oggi. Oppure il racconto è molto poco da servizio pubblico: basti ricordare che Monica Maggioni, è arrivata a Baghdad, nella guerra del marzo 2003, a bordo di un carroarmato USA e i suoi servizi erano da inviata di guerra, embedded, che parlava in prima persona, dalla colonna militare che occupava l’Iraq. E i toni del racconto li possiamo immaginare. E basti anche ricordare che l’inviato Claudio Pagliara in Israele forse non ha mai pronunciato la parola ‘ muro’.
Dopo le notizia di stanotte – del massacro sulle navi di Freedom Flotilla dirette a Gaza – non so come si muoverà l’informazione del Tg1. So che si muovono tante persone, tanta gente che denuncia questo massacro. Segnalo Mosaico dei giorni di Tonio Dell’Olio e il comunicato di Pax Christi Italia (www.paxchristi.it).
Non aggiungo altro su questo massacro.
Vorrei solo sperare che il Tg1, mercoledì 2 giugno, in occasione della parata militare, non faccia la diretta… non celebri gli strumenti e i soldi per la guerra, magari dicendo che sono per la pace.
Almeno un po’ di pudore.