martedì 22 luglio 2008

Preso


Pochi giorni dopo l'anniversario della strage di Srebrenica, dopo 13 anni di latitanza Radovan Karadzic e' stato arrestato su un autubus di Belgrado, dove lavorava tranquillamente sotto falso nome in una clinica privata. Poeta di scarso valore prestato alla politica, fu inizialmente il fantoccio scelto da Milosevic per il controllo della Repubblica Serba di Bosnia, rivelatosi poi . Insieme al comandante militare Ratko Mladic, ancora latitante, fu il mandante e l’ideatore delle operazioni belliche dell'esercito Serbo di Bosnia durante la guerra nei Balcani. In base all'atto di accusa stilato dalla Procura dell'Aja, Karadzic è imputato di genocidio, crimini contro l'umanita', violazione delle leggi e delle usanze di guerra e gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra. Il 25 luglio 1995 il Tribunale dell’Aja solleva la prima accusa contro Karadzic e Mladic. L'ex leader dei serbo bosniaci deve rispondere in particolare di undici imputazioni, che comprendono quella di genocidio per il massacro di Srebrenica, avvenuto nel luglio 1995, e quella di aver inflitto il terrore nei confronti dei civili per l'assedio e bombardamento di Sarajevo. Nell'atto di accusa vengono anche ricordati i campi di concentramento serbo bosniaci, tra cui Omarska e Keraterm, della cui conduzione Karadžić è considerato responsabile, e il rapimento di 284 caschi blu utilizzati come scudi umani nel maggio e giugno del 1995. Karadzic era scomparso nel 1996, dopo la firma degli accordi di Dayton che hanno posto fine alla guerra in Bosnia Erzegovina. Il generale Ratko Mladic e Goran Hadzic restano a questo punto gli unici latitanti nella lista del Tribunale Penale dell'Aja per la ex Jugoslavia.
Nonostante sembrasse che oramai ci si fosse in qualche modo arresi al fatto che Karadzic l'avrebbe passata liscia, resta la rabbia per l'ovvieta' che il governo Serbo abbia sempre saputo dove Karadzic si nascondeva, cosi' come probabilmente sa benissimo dove trovare gli altri due superlatitanti. L’atteggiamento degli stessi paesi dell’UE, Olanda e Belgio esclusi, lasciava pensare che la Serbia avrebbe avuto una via più facile verso l’Unione, a prescindere dalla cattura degli ultimi incriminati dell'Aja. La Serbia ha di recente firmato un accordo preliminare di Associazione e Stabilizzazione con l’UE, accordo che è in attesa di ratifica sia da parte del parlamento serbo che presso i parlamenti degli stati membri dell’UE. Il veto di Olanda e Belgio all'ipotesi di aprire alla Serbia senza una chiara dimostrazione di Belgrado di voler collaborare pienamente con il Tribunale dell’Aja aveva pero' di fatto messo temporaneamente in frigorifero l’accordo, in attesa di risultati concreti. A questo puntio e' lecito invece aspettarsi che Serge Brammertz, nuovo capo procuratore del Tribunale dopo Carla del Ponte, presenti domani a Belgrado un rapporto positivo. Un passo in piu' della Serbia verso l’UE.
Mentre sui giornali e le televisioni del mondo cominciano a scorrere le immagini surreali del medico barbuto, il commento di Mirsad Tokaca, direttore del Centro per la Ricerca e la Documentazione di Sarajevo: “Naturalmente è una buona notizia. Ma non basta arrestare Karadžić e Mladic, occorre eliminare le conseguenze delle loro azioni, la separazione etnica, la divisione territoriale. Credo che il processo a Karadžić sarà molto importante, emergeranno nuove prove sui crimini da loro commessi, ma questo non basta. C'è ancora un lungo percorso di fronte a noi”.

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