martedì 17 febbraio 2009

Ormai si vince solo alle primarie?


La Sardegna e' una regione dove il PD ha ben governato, dove il presidente uscente e candidato del PD alle regionali di ieri era un uomo su cui sono concentrate, anche a livello nazionale, molte delle speranze di chi sogna un uomo al comando non di apparato e con la serieta' e l'autorevolezza di chi fa corrispondere quello che dice a quello che fa. Dall'altra parte c'era poco piu' di un prestanome del Presidente del Consiglio, che in pratica ha fatto tutta la campagna elettorale in prima persona "mettendoci la faccia". Eppure la destra ha vinto, stravinto, mentre il PD, IdV e sinistre varie affondano nel baratro (PD -10%) in cui rimarranno sepolte ancor piu' alle prossime europee, quando non ci sara' neanche uno come Soru, seppure lasciato solo da tutto il resto del partito, a tirare qualche voto in piu'. Nel frattempo, invece di preoccuparsi dell'onda che li travolgera', i vertici del partito si stanno preparando ad affibbiare le cause della sconfitta sull'altra fazione e sulla sua visione, come tratteggia efficacemente Francesco Costa, e il popolo del PD si consola con le primarie Toscane e Fiorentine. Quelle stesse osteggiate in ogni modo dai soliti vertici che in una consultazione popolare vedono solamente una variabile impazzita nelle loro trame di apparentamento e spartizione di poltrone. Almeno alle primarie, ci consoliamo, non si potra' che vincere.
E i risultati delle primarie di Domenica a Firenze sono stati chiari: la partecipazione e' stata piu' alta che per le primarie di Veltroni dell'anno scorso, con piu' di 37000 voti. Alla faccia di chi ancora non crede che questo sia lo strumento giusto per mobilitare i cittadini, per stimolare discussione e dibattito, e che ha cercato in ogni modo di mettere i bastoni fra le ruote. L'altra notizia e' che la vecchia classe dirigente cittadina ex PCI-PDS-DS e' stata praticamente cancellata, almeno sulla carta, dopo aver dimostrato di non essere in grado di proporre una candidatura valida, credibile e unitaria (l'importante non e' vincere, ma che non vinca tu). Il voto e il risultato, che come prevedibile (almeno da chi scrive) incorona Renzi anche se ben piu' delle aspettative, ha premiato proprio la discontinuità dalla precedente amministrazione. E la classifica va proprio nell'ordine esatto dal più discontinuo al meno: un messaggio significativo per chi Firenze l'ha gestita in questi ultimi anni. La brutta notizia e' invece che anche all'interno del PD e anche a Firenze si vince probabilmente soprattutto sparandola grossa, parlando alla pancia degli interessi piu' spiccioli, dalla cittadella viola al nuovo aereoporto, a una millantata efficienza che mette sullo stesso piano cantieri di una superstrada con quelli cittadini della tranvia. Vince chi ha messo avanti a tutto il personalismo, l'ambizione e il culto dell'uomo solo al comando. Resta invece a chi ha presentato la sua idea di città senza promesse da venditore di pentole, a chi ha cercato di proporre una cura coerente e realistica ai suoi mali, almeno la certezza di aver fatto e detto le cose giuste su Firenze e per Firenze, come sottolinea Lapo nella sua analisi a caldo del voto.
E mentre in rete si plaude al giovane che ha sfidato l'establishment, all'aria fresca su Firenze e sul PD, mi domando se davvero l'aria sia cosi' fresca. Ricordo le parole di Cioni intercettate ("O vinco io o vince Renzi e va bene... o vince la Lastri e è un disastro... o vince Pistelli ed è un´epoca secondo me di quelle micidiali... quindi bisogna che si corra tutti e due, Renzi e io: se vince lui gli fo da vicesindaco, se vinco io fa il vicesindaco lui"), ripenso alle parole di Matteo in campagna elettorale e temo non solo che la vecchia gestione sia pronta a rientrare dalla finestra, ma anche, come Mello, che siamo davanti piu' che al nuovo Obama al nuovo Rutelli che non e' neppure passato dai radicali. E alle parole della Binetti ("Tengano in debito conto il fatto che un giovane come Matteo Renzi, vicino ai valori cristiani e moderati, abbia vinto le primarie del PD nella rossa Firenze"), temo che ormai non sia piu' possibile vincere neppure alle primarie.
Spero che Matteo, che gia' poco apprezzai in veste di rappresentante di istituto (!), riesca prontamente a smentire i miei timori, a ricucire quei legami e alleanze dalle quali ha fatto di tutto per smarcarsi in campagna elettorale e a far guardare finalmente avanti Firenze. In bocca al lupo.

1 commento:

Grazia ha detto...

Temo che tu abbia troppo ragione.
Temo che questa politica riesca solo a disamorare.
Temo che il nuovo, i giovani siano nati nel vecchio (e come potrebbe essere altrimenti?).
Confido che chi ama la politica come l'arte regia non possa subire le ingiurie del fato senza esistere, resistere, consistere.

Ti abbraccio, ragazzo intelligente.