mercoledì 29 luglio 2009

La buccia di Marino


Sul caso sollevato dal Foglio riguardo ai presunti rimborsi spesa truccati da Ignazio Marino, risalenti al 2002 quando il candidato alla segreteria del PD dirigeva il centro per trapianti Ismett di Palermo per conto dell'universita' di Pittsburgh, sto tenendo da qualche giorno una fitta corrispondenza con qualche amico, piuttosto sorpreso della reazione assai tiepida di fronte ad accuse del genere all'interno del partito. La prima reazione e' stata infatti semplicemente quella della "solidarieta'", a dire il vero un po' affrettata prima ancora di sapere se le accuse si basino su qualcosa di concreto oppure no e per un partito che vuole portare avanti i valori della trasparenza e della legalita'.
Le accuse del Foglio si basano su una lettera controfirmata da Marino inviata dal numero uno dell'area medica dell'Universita' di Pittsburgh in cui si chiede a Marino di lasciare il suo posto all'Ismett a condizioni durissime, in quanto si sarebbe reso responsabile di irregolarità amministrative rilevanti.
Marino nelle ore seguenti replica che si tratta di una normale lettera di fine rapporto, pur confermando le irregolarita' che pero' sarebbero state scoperte e segnalate da lui stesso. Non solo, produce anche altra documentazione che proverebbe le sue tesi, che appare pero' non definitiva ai miei occhi, a meno che non mi sia perso qualcosa. E' di oggi un'intervista a Repubblica in cui Marino spiega quale sia, secondo lui, il vero motivo delle sue dimissioni, peraltro con un altro incarico gia' in tasca: gli americani lo volevano tagliare fuori dalla gestione del centro perche' si metteva di traverso alle infiltrazioni mafiose negli appalti e altre non chiare questioni nella gestione del centro con il concorso della giunta regionale Cuffaro. Da parte sua il Foglio pubblica una nota dell'Univerita' di Pittsburgh che conferma le accuse e smentisce almeno sulla faccenda dei rimborsi la versione di Marino. La vicenda, nonostante le prove "definitive" portate dall'una e dall'altra parte appare comunque tuttora cosi' fumosa che alla fine e' probabile che un po' di arrosto ci sia. Mi scrive a proposito Augusto:

Ora, magari Marino ha anche ragione e lui è magari solo una vittima di una storiaccia in cui interessi economici superiori hanno avuto la meglio su altro tipo di considerazioni (etiche?), ma ribadisco che la vicenda è stata affrontata nel modo sbagliato, anche perchè finora nessuna delle cosiddette prove presentate da Marino ha smentito quanto detto dal Foglio. Anche la faccenda che la discrepanza sia stata segnalata da Marino non è corroborata da nessuna prova, mentre la lettera pubblicata dal Foglio (e che Marino ha controfirmato) diceva chiaramente cose molto diverse: "Come Lei sa, nell’iter ordinario necessario a elaborare le Sue recenti richieste di rimborsi spese, l’UPMC ha scoperto che Lei ha presentato la richiesta di rimborso di determinate spese sia all’UPMC di Pittsburgh sia alla sua filiale italiana. Di conseguenza è stata intrapresa una completa verifica sulle sue richieste di rimborso spese e sui nostri esborsi nei Suoi confronti. Tale verifica è attualmente in corso. Alla data di oggi, riteniamo di aver scoperto una serie di richieste di rimborso spese deliberatamente e intenzionalmente doppia all’UPMC e alla filiale italiana. Fra le altre irregolarità, abbiamo scoperto dozzine di originali duplicati di ricevute con note scritte da Lei a mano. Sebbene le ricevute siano per gli stessi enti, i nomi degli ospiti scritti a mano sulle ricevute presentate a Pittsburgh non sono gli stessi di quelli presentati all’UPMC Italia. Avendo sinora completato soltanto una revisione parziale dell’ultimo anno fiscale, l’UPMC ha scoperto circa 8 mila dollari in richieste doppie di rimborsi spese. Tutte le richieste di rimborso spese doppie, a parte le più recenti, sono state pagate sia dall’UPMC sia dalla filiale. Come restituzione dei rimborsi spese doppi da Lei ricevuti (lei, ndt) accetta di rinunciare a qualsiasi pagamento erogato dall’UPMC o dall’UPMC Italia ai quali avrebbe altrimenti diritto, compresi (a titolo esemplificativo ma non esaustivo) lo stipendio per il mese di settembre 2002 e il pagamento per qualsiasi giorno di vacanza, permesso o malattia accumulato. Accetta inoltre di rinunciare a ogni diritto contrattuale per il trattamento di fine rapporto che potrebbe ottenere in seguito alle Sue dimissioni e solleva ulteriormente, congedandosi per sempre da esse, l’UPMC e tutte le sue filiali, compresi ma non soltanto la UPMC Italia e i suoi successori e aventi causa, da ogni e qualsiasi richiesta che possa avere ora o potrà avere in futuro." Sarà, ma a me queste non sembrano le normali clausole che entrano in gioco quando si rescinde un contratto. E il fatto che successivamente i legali di Marino abbiano mandato un'altra lettera all'UMPC negoziando altre clausole (accettate dall'UPMC? Questo non lo sappiamo mica) non annulla le accuse presenti nella lettera precedente, firmata da Marino. Insomma, ribadisco la mia idea che il partito avrebbe dovuto essere più cauto e chiedere conto da subito delle discrepanze nelle versioni presentate, già presenti all'inizio e che col passare del tempo si stanno emergendo, invece di gridare al complotto de il Foglio e strillare la propria solidarietà "al buio" a Marino. Questo non vuol dire accusare o condannare Marino di alcunchè, solo chiedere spiegazioni. Anche perchè se la versione di Marino continua a fare acqua, finiscono in difficoltà anche quelli che acriticamente (e in buona fede) hanno espresso la loro solidarietà.

Ai posteri l'ardua sentenza, di sicuro pero' questa vicenda rischia di inficiare il dibattito su molti temi importanti che la candidatura di Marino stava portando avanti, e tutto il lavoro di persone in gamba e davvero desiderose di cambiare le cose per il meglio che lo sostengono.
Per chi e' piu' interessato al successo del tesseramento in vista del congresso e del dibattito che ne sta venendo fuori qua ci sono tutti dati sul tesseramento e le 3 mozioni che si contenderanno la segreteria.

3 commenti:

Der Pilger ha detto...

L'episodio non e' decisamente piacevole e frustra le speranze di quelli che vorrebbero un completo rinnovo di una classe dirigente mostratasi inetta nel migliore dei casi e truffaldina nel peggione.
Sono d'accordo con il citato augusto: la replica di marino non convince, anzi appare maldestra e rende ancora piu' vischiosa tutta la questione.

Rimane comunque una situazione grottesca, in cui si parla di moralita', quando la moralita' si avra' pure alla base, ma sicuramente non al vertice.
In questa prospettiva, e provo orrore a dirlo, la malefatta di marino appare come un peccato veniale. Vivendo all'estero io mi posso permettere di non considerarlo un peccato veniale, di considerarlo sufficiente perche' marino ritiri la sua candidatura, ma posso immaginare che gli italiani d'italia siano disposti ad ingoiare anche questo rospo pur di vedere un barlume di novita'.

Augusto ha detto...

Caro Pilger,
più della malefatta di Marino, che magari è pure un peccato veniale, mi hanno infastidito la sua reazione maldestra e soprattutto quella del partito, che ha alzato subito le barricate manifestando stima e rispetto per Marino e respingendo l'attacco (attacco?) del Foglio. Mi sarebbe sembrato + convincente che il partito chiedesse a Marino ufficialmente ragione delle evidenti incongruenze nelle diverse versioni.
Come saprai, in questi giorni in Germania la ministra della Salute è sotto i riflettori dei giornali che l'hanno scoperta in Spagna con l'auto di servizio. L'SPD (il suo partito) mica ha attaccato i giornali o gli avversari politici accusandoli di chissà che complotto, semplicemente ha convocato la ministra per chiederle dei chiarimenti sulla vicenda. Poi magari la ministra sarà costretta a dimettersi, magari no, ma se non altro sarà obbligata a confrontarsi con la vicenda ed ammettere i propri errori. Perchè non siamo in grado di fare lo stesso anche in Italia????

Der Pilger ha detto...

Ecco, invece a me la reazione del partito non ha infastidito. Non perche' non sia fastidiosa, ma perche' ormai ci sono abituato a queste reazioni.
Seguo le vicende di Ulla Schmidt con un costante capogiro. Quello che sconcerta in questa storia e' che la ministra non solo non ha dato spiegazioni convincenti, ma non sembra nemmeno contrita, pentita o anche solo dispiaciuta. Che la politica tedesca si stia italianizzando?!
La Sueddeutsche Zeitung (progressista) ha sottotitolato un articolo "Reputazione rovinata", un titolo da fantascienza in italia.
In italia la reputazione non esiste piu', esistono solo le cronache giudiziarie. Gli italiani, trasformatisi in legulei, badano all'esito dei processi (se va bene, altrimenti manco quelli) e di fronte ad una prescrizione o ad un "mancanza di prove", tirano dritto, la considerano un segno di ottima reputazione, in sostanza tengono piu' al giudizio del tribunale (se va bene) che al proprio senso etico.

Chiedi "Perchè non siamo in grado di fare lo stesso anche in Italia????"
Ho opinioni abbastanza forti in proposito. Credo che in Italia non sia possibile per questioni culturali. L'italia mi ricorda certi paesi africani dove avvengono regolari elezioni, ma in realta' il sistema di gestione del paese e' basato sulle etnie, quindi sconvolto da lotte sotterranee e non visibili.
Allo stesso modo l'italia e' formalmente un paese democratico, in realta' e' retto da Clan, dove il clan puo' essere la famiglia mafiosa, il partito, l'associazione religiosa o qualsiasi tipo di raggruppamento che permetta di distinguere fra "noi" e "loro".
In quest'ottica non mi stupisce per niente il far quadrato quando il Clan viene attaccato, visto che il Clan non e' una forma di rappresentanza, ma una forma di esercizio del potere.
Non sto dicendo che sia sbagliato, anzi questa forma di gestione ha retto per secoli e l'italia ha prosperato grazie ai clan, dico solo che non riconoscerlo provoca una nevrosi cronica degli italiani: parlano come fossero in democrazia, ma agiscono come fossero all'epoca dei Guelfi e dei Ghibellini.