lunedì 21 settembre 2009

Opere di pace


“Un frutto di giustizia per coloro che fanno opere di pace viene seminato nella pace” (Gc 3,18).

Di guerre "giuste" e di preti militari ne ha gia' parlato assai meglio di me Don Lorenzo Milani in una famosa lettera. E devo dire che io come Don Lorenzo e i suoi ragazzi non li capisco. Monsignor Vincenzo Pelvi e' Ordinario militare, e ha celebrato ieri il funerale dei 6 paracadutisti rimasti uccisi in Afghanistan. Puntualmente non ho capito neppure la sua omelia per il ricordo dei caduti, dove si enfatizza senza imbarazzo l'importante "contributo del mondo militare alla cultura della solidarieta'". Dove si teorizza un nuovo diritto internazionale secondo il quale "se uno stato non é in grado di proteggere la propria popolazione da violazioni gravi e continue dei diritti umani, come pure dalle conseguenze delle crisi umanitarie, la comunità internazionale è chiamata a intervenire". Verrebbe da dire che allora la comunita' internazionale dovrebbe intervenire anche in tutti quei paesi che mandano in guerra i loro giovani, non per la "difesa della patria" come previsto dalal Costituzione, ma troppo spesso per interessi economici e strategici travestiti da esortazione di democrazia.
E mentre un Vescovo dall'altare teorizzava la guerra giusta, la sicurezza della Basilica di San Paolo fuori le mura trascinava via chi dall'altare gridava "Pace Subito", e la Curia prendeva immediatamente le distanze da qualche prete che si fa troppe domande sugli eroi di Kabul.
Resta il fatto che nonostante una presenza militare lunga ormai otto anni, c'e' da dire che la situazione afgana si è tutt'altro che risolta, forse addirittura aggravata: la violenza e i morti aumentano, la democrazia è un solo sulla carta come testimoniano i recenti brogli elettorali, la condizione delle donne e' lontana dall'essere migliore, il traffico di eroina cresce, l’instabilità è cronica e diffusa. Per non parlare poi dei motivi non proprio trasparenti con cui la "missione di pace" e' iniziata otto anni fa, che ricordava anche Franco Cardini in una lettera a "un amico di sinistra" qualche giorno fa.
Pax Christi ricorda che oggi è anche, ironia della sorte, il giorno delle Nazioni Unite dedicato al disarmo. Forse il miglior modo di onorare i morti, e tutte le vittime della violenza di qualunque segno, è quello di operare per evitare le tragedie, per superare una situazione di violenza che può durare decenni, per prevenire ulteriori lutti dannosi per il mondo intero. La violenza genera sempre violenza.

1 commento:

Cosimo ha detto...

Bellissimo post amico mio, davvero bellissimo.
Pace Subito