martedì 26 gennaio 2010

Piu' vacanze per tutti


Il Nichilista spiega cosa sta dietro alla nuova trovato del Ministro Brambilla, l'ennesima beffa dopo il flop della Social Card:

Da qualche giorno è possibile richiedere i “buoni vacanze” architettati dal ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, “un primo significativo passo – si legge nel comunicato diramato dal PDL (il ministero del Turismo è l’unico a non disporre di un proprio sito ufficiale) – in direzione di un sostegno rivolto alle fasce più deboli” e in particolare al loro diritto di vedere realizzato il sogno di concedersi non soltanto “un mero divertimento” ma anche e soprattutto “partecipare a un momento di aggregazione e cultura di benessere e di qualità della vita” (20 gennaio 2010).

In che cosa consistono i “buoni vacanze”? Si tratta della possibilità per i cittadini italiani di beneficiare, in determinati periodi dell’anno e qualora rientrino in precise fasce di reddito, di “consistenti” contributi statali per visitare il Belpaese. Una iniziativa che ha visto in pochi giorni oltre 5000 richieste, per l’entusiasmo del ministro Brambilla e di Libero, che scrive che a beneficiare delle agevolazioni saranno “almeno 5 milioni” di italiani,” forse addirittura 7″ nonostante il primo stanziamento complessivo del governo sia di 5 milioni di euro (1 euro a famiglia?).

Fonte: Buonivacanze.it

Per comprendere il reale impatto della misura, tuttavia, occorre scendere un po’ più nei dettagli: supponiamo che la famiglia Rossi, composta da tre persone e con un reddito compreso tra 20 e 25 mila euro, decida di usufruirne. Come spiega il sito della associazione no profit Buoni Vacanze Italia (BVI), nel caso la domanda venga accettata i richiedenti dovranno versare (ipotizzando che vogliano sfruttare il massimo delle agevolazioni concesse) 714 euro presso uno sportello bancario Intesa- Sanpaolo, che si premurerà di inviare ai Rossi, tramite corriere postale, buoni per un valore di 1020 euro, consentendo un risparmio complessivo di 306 euro. Questo, si badi bene, sempre che la famiglia si rivolga a una delle 800 strutture convenzionate con l’iniziativa del ministro.

Ed è questo il reale punto critico: chi o che cosa garantisce che gli alberghi e le altre strutture aderenti all’iniziativa onoreranno l’impegno di accettare, invece di denaro sonante o di una confortevole carta di credito, i buoni emessi dall’associazione BVI? Non l’associazione BVI stessa. Come si legge nel suo sito, infatti,

La Buoni Vacanze Italia declina e si ritiene esente da ogni responsabilita' nei riguardi dei titolari dei buoni vacanze circa il mancato adempimento ancorche' parziale degli obblighi imposti agli operatori turistici convenzionati nei loro confronti

In sostanza, se al momento di saldare il conto la reception dovesse rifiutarsi di accettare i buoni, al buon signor Rossi non resterà che ricorrere al taccuino e chiederne, una volta rientrato tra le mura domestiche, il rimborso. E questo anche se la struttura dovesse figurare tra quelle elencate nella “Guida” dei servizi turistici acquistabili con i Buoni Vacanze. Che, per la cronaca, sembrano tutt’altro che destinati a famiglie a basso reddito, cioè a quelle per cui la misura è stata specificatamente prevista.

Se, ad esempio, i Rossi decidessero di visitare Venezia, troverebbero un elenco di 12 possibilità, tra cui quattro alberghi a 4 stelle, quattro a 3 stelle e solamente un ostello e un Bed&Breakfast. Se dovessero decidere per Milano le cose non andrebbero meglio: 21 scelte, di cui 10 hotel a 4 stelle e 1 ostello; il resto sono agenzie di viaggio che, di norma, non rappresentano la soluzione più conveniente (i loro servizi comportano un sovrapprezzo) né trattano pacchetti ultraeconomici. Roma? Sempre la stessa schiacciante prevalenza dei 4 stelle. Senza contare la possibilità, tutt’altro che fantascientifica, che gli sportelli bancari applichino una commissione, a carico del cittadino, per effettuare il versamento iniziale (nonché per pagare il corriere) e quella, più remota ma esistente, che da ciò derivino costi ulteriori per le agenzie. Da ultimo, le mete meno note possono vantare un numero di gran lunga inferiore di adesioni da parte del settore turistico: Udine, ad esempio, vede la sola presenza dell’Hotel President, un luogo tutt’altro che accessibile per le tasche del potenziale beneficiario medio dei buoni.

Allo stato attuale è dunque impossibile prevedere se e come l’iniziativa avrà successo; una variabile che si misura, è bene tenerlo a mente fin da ora, non con il numero di adesioni (chi non vorrebbe un contributo dallo Stato per andare in vacanza?) ma con l’effettiva capacità di onorare gli impegni presi, sia da parte del Governo che degli istituti creditizi e degli operatori del settore. Il discrimine tra una sparata propagandistica e un aiuto concreto alle fasce più deboli è tutto qui. Di certo il fatto che l’idea del Buono Vacanze non si accompagni a una strutturale riforma degli ammortizzatori sociali, così come il (discusso) precedente della Social Card, non autorizzano facili ottimismi.

Ai più bisognosi non servono promesse né sogni, ma rigore e chiarezza. Dice il ministro: “il resto… ce lo mettiamo noi“. Speriamo.

Per tutto il resto, c'e' social card...

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