venerdì 22 agosto 2008

Tempi bui


Fa scalpore sui giornali l'intervista della Fenice al settimanale Tempi, vicino a CL: qui il testo completo, che vale una lettura dopo una bella camomilla. Niente a che fare con certi criptocomunisti che popolano altre riviste cattoliche, qui siamo in pieno territorio delle paggerie esplicite. Da tempo non leggevo niente di piu' sdolcinato (astenersi se avete problemi di glicemia): "Se non sposta le montagne, Lui non è contento. Certo. L'impossibile è anche un po' il Suo difetto. Quasi quasi si crede un Giove. Vero. Quasi sempre si specchia nell'acqua di un Adone Narciso e si vede forte, giovane, bello. Gagliardo principe di un Olimpo dove l'amore e la guerra, il frivolo sentimentale e la reputazione da statista, passeggiano mano nella mano, lieti e cum gaudio, per il giardino dell'Eden di Villa Certosa". Si vede che la penna, cosi' come l'eloquenza, del direttore Luigi Amicone e' davvero ispirata. Il Biscione sa di giocare in casa e si scatena, esortato dalle domande perfettamente imparziali di Amicone ("nonostante l'Italia eriditata da Prodi", "state rispettando le promesse fatte agli elettori", il "partito delle manette", etc). Attacca la sinistra, fatta di deludenti comunisti succubi di frange giustizialiste, evidentemente colpevoli di difendere la legalita', e minaccia la prossima ventura riforma della giustizia "seguendo il modello di Falcone": e infatti fara' saltare in aria tutti i magistrati scomodi. Come sempre la Fenice non si fa problemi a scomodare morti che non possono piu' prendere le distanze, come fece gia' con Biagi, per nascondere dietro un nome intoccabile le riforme piu' meschine. Dall'autostrada alla precarizzazione selvaggia del mercato di lavoro di ieri, alla fine dell'autonomia della magistratura di oggi. Finendo poi col dessert, i soliti riferimenti al Santo Padre e alla chiesa in materia di eutanesia e "difesa della famiglia" capaci di mandare in brodo di giuggiole i lettori di Tempi. Su diritti umani, uguaglianza e razzismo ovviamente un dignitoso silenzio: ma si sa che queste cose per un cattolico vero non contano nulla. Ma la perla e' la dichiarazione su Putin: "Grazie a Dio il mio amico Putin mi ha ascoltato. Altrimenti col cavolo che i carri armati russi si sarebbero fermati a quindici chilometri da Tbilisi. Abbiamo evitato un inutile bagno di sangue": meno male che Silvio c'e', il ragazzo di piazza Tiananmen in confronto era un pischello, lui i carri li aveva fermati solo per pochi secondi. Dopo le polemiche, il fido Amicone si e' subito affrettato a precisare che si trattava di una confidenza "scherzosa" (ahahah!) che non andava pubblicata.
Per gli stomaci forti, raccomando anche la lettura sullo stesso giornale e dello stesso magnifico autore del confronto fra i primi cento giorni del governo Berlusconi e quelli di Prodi. Un gioiello di partigianeria: si va dal fattore C di Prodi (mentre il povero Silvio incrocia la congiuntura internazionale sfavorevole), al tesoretto inesistente, passando per il grugno di Visco e analisi geniali su giustizia, politica internazionale e xenofobia per riportarle in qualche modo su un tracciato presentabile. Peccato che la realta' sia molto diversa, qui sintetizzata in esaurienti 64 pagine. Ma la solita perla arriva alla fine:

Ragazze immagine: Quella del governo Prodi era Vladimiro Guadagno detto Luxuria. Quella di Berlusconi è Mara Carfagna. E si è così detto tutto.

Un genio. Gli manca solo la pubblicazione delle foto della Fenice che cammina sulle acque al meeting in riviera di CL...

1 commento:

Anonimo ha detto...

AGGHIACCIANTE :-O