sabato 9 gennaio 2010

Inciuci regionali


La piega che stanno prendendo le vicende delle candidature regionali sta preoccupando parecchi fra i sostenitori del PD, che guardano stupefatti le dichiarazioni e le smentite sui giornali, i ricatti di un UDC capace solo di scegliere il cavallo vincente regione per regione, la totale impreparazione e indecisione nel fare piani a lungo termine e trovare personi rappresentative e autorevoli. Il tutto tra inciuci e decisioni dall'alto che rappresentano quanto di piu' lontano da quello che il PD aveva lasciato intravedere e intendere. Per fortuna non tutti accettano quello che sta accadendo. La Presidente Rosy Bindi e perfetta nella sua intervista su La Stampa: "la strada per uscirne è una sola: sono le primarie". E poi ancora su Casini: "nessuno gli ha chiesto di fare il capo del centrosinistra. Io resto convinta che Casini sarà un ottimo capo del centrodestra liberato da Berlusconi". Anche nel mio circolo ormai lontano di Monaco sono in parecchi ad essere preoccupati. Ricevo e pubblico questa lettera che spiega bene le sensazioni di molti di noi:

E’ una riflessione che mi trascino da giorni. Un pensiero che mi si è incastrato da qualche parte nella testa e non ero riuscito a dargli una forma sensata finora. Perché, da qualunque angolazione guardassi la questione, ci vedevo delle incongruenze. Voglio dire, a me non è che dispiaccia per principio l’idea che per vincere in politica si debbano fare dei compromessi. Succede così dai tempi di Pericle, perché dovrebbe essere diverso per le regionali in Lazio o in Puglia? Per quanto mi ripugni un’alleanza con Casini (che non ce lo scordiamo, nelle fila del suo partito, oltre a qualche persona per bene, ha veramente arruolato cani e porci, da Totò Cuffaro a Emanuele Filiberto...tanto per dire...) posso arrivare tranquillamente a comprendere Il fatto che l’UDC sia il male minore e che sia meglio non dare la Puglia a Berlusconi. Quindi non sto qui a stracciarmi le vesti se qualcuno propone un’idea di alleanza, posto che questa sia possibile sulle basi di un piano di intenti o, ma non vorrei suonare troppo ottimista, di un programma. Ora, quello che però non capisco, è il metodo. Il metodo è pieno di contraddizioni. Innanzitutto si basa sull’idea che chi ha vinto il congresso, cioè D’Alema, può fare quello che vuole rinnegando buona parte dei presupposti su cui il Partito stesso è stato fondato. Quando ho preso la tessera, l’ho fatto anche perché in qualche modo convinto dalla dalla proclamata diversità del Partito Democratico nel panorama politico italiano. Un partito i cui esponenti più in vista dicevano un giorno si e l’altro pure che le scelte sarebbero state prese con la più ampia partecipazione democratica, un partito che aveva (non conto quante volte ho letto o sentito questa espressione) il concetto di Primarie nel proprio DNA. Il semplice fatto che D’Alema abbia vinto il congresso sembra debba snaturare quasi per una necessità ineluttabile tutto quello che abbiamo sentito e letto per mesi in nome del mantra „altrimenti non vinciamo“. Il che significa, per esempio in Puglia, non fare le primarie e candidare d’ufficio qualcuno che quattro anni quelle stesse primarie le ha perse contro il presidente in carica. Presidente la cui unica colpa accertata, a quanto si sente dire in giro, è quella di non piacere a Casini. Questo modo di fare, nella lingua italiana, ha un nome: si chiama opportunismo. Nel politichese pure: si chiama trasformismo. Il che non è un peccato di per se in politica, intendiamoci. Cavour ci ha costruito una nazione, figuriamoci se non può andar bene anche per la Puglia e il Lazio. Il problema è che mi manca la chiarezza. La chiarezza di una segreteria che dica ai suoi tesserati ma anche e soprattutto ai suoi elettori che la strategia elettorale la decide D’Alema. Punto. Bersani uscisse da questa sua fase mutanghera e lo dicesse chiaramente. Le primarie non si fanno più, nè in Lazio , nè in Puglia, nè altrove. Perché i candidati saranno scelti ora e per sempre sulla base della convenienza contingente, il che significa, per esempio ,sulla base delle chiacchiere imbonitorie di Casini, sui ricatti da 3% a la Mastella (ritornerà pure lui, abbiate pazienza), dei mandati esplorativi che hanno tenuto impegnato Zingaretti per ben due preziosissimi giorni rubati al suo preziosissimo ufficio di presidente della provincia, delle influenze della chiesa cattolica o della fondazione di Montezemolo...etc. etc. etc. Insomma ce lo dicessero chiaramente che stanno rifondando la DC delle correnti e che D’Alema è il nuovo Andreotti così ci mettiamo l’anima in pace, tutti. Anche quelli che si sono fatti il culo (scusate il francesismo) per preparare il congresso, che hanno rotto le palle (secondo francesismo) a destra e a manca a chi diceva che il PD era morto ribattendo che noi no, noi c’avevamo le primarie e la partecipazione democratica e il partito liquido e il processo decisionale bottom up e che la storia era cambiata etc etc etc Ecco, ora quel pensiero che mi si era insinuato nel cervello a cavallo delle feste, rendendo la digestione dei cenoni più difficoltosa, mi è un pò più chiaro. Io non sono contro i compromessi, sono contro il modo in cui vengono presentati. Con quell’ipocrisia ricattatoria del „sennò non si vince“. Con quell’arroganza tipo „spostati ragazzino, lasciaci lavorare...“. Quell’arroganza che si basa sull’assunto che gli elettori siano nella migliore delle ipotesi una massa di idioti e quindi l’unica è scimmiottare il cinismo berlusconiano se si vuol vincere. Idea tutta da dimostrare così come il fatto che, con Casini o senza, Boccia possa avere qualche possibilità in più di Vendola di vincere in Puglia. Anzi, idea del tutto fallimentare, se guardiamo con un minimo di distacco la storia degli ultimi vent’anni. Dalla bicamerale in poi D’Alema ha portato a casa un pò fallimenti e, nella migliore delle ipotesi, mezze vittorie (qualcosa di buono vista durante il suo governo, un buon ministero degli esteri). Forse tutta sta sagacia serve a poco alla fine, se non si ha un’alternativa da proporre. Alternativa! Alternativa! Alternativa! E’ una parola meravigliosa. Molto più bella di mandato esplorativo. Infinitamente più produttiva di Alleanza variabile. Io ho ancora voglia di lavorare per costruirla un’alternativa e non saranno certo questi tatticismi da sedicente Richelieu a farmi desistere. Però, lo ribadisco, esigo chiarezza da questa segreteria su quali sono i metodi, le regole e le intenzioni che questo partito intende perseguire. Devo capire se è il partito che credevo fosse quando ho preso la tessera o se è un'altra cosa. Ditemelo per favore. Giuseppe

4 commenti:

Der Pilger ha detto...

>Ditemelo per favore. Giuseppe

Sei sicuro Giuseppe?! Proprio sicuro?
Va bene: "Babbo Natale non esiste!"

Coraggio, fa male ma poi passa.
So come ci si sente giuseppe, ci sono passato anch'io, svanisce la magia del natale, svanisce il mistero dei doni che fantasticamente appaiono sotto l'albero, si vedono i genitori come complici di un inganno, ma col tempo si provera' gratitudine per loro.
Questo e' un piccolo passo verso il mondo degli adulti, verso l'indipendenza, verso un mondo dove i "doni" non vengono piu' portati da un signore obeso, ma ce li si procura. Un mondo dove la magia del dono sotto l'albero viene sostituita da un'altra magia ancora piu' magica, quella che ti porta a fare doni ai tuoi parenti e ai tuoi amici e non solo piu' a riceverli.
Dovrai sbatterti questo e' certo, non basta piu' scrivere la letterina (ma lo facevi?) una volta l'anno o meglio, ad ogni scadenza di legislatura, e dovrai capire come ci si procura i doni e come
li si consegna.
Da ora in poi sei tu Babbo Natale.
Ti abbraccio.

beffatotale ha detto...

Devo dire che l'atteggiamento di chi e' esperto della vita, non crede a nulla e sa lui come va il mondo (ovviamente non muovendo un dito per cambiare le cose), quando arriva a prendere per le mele chi cerca di credere in qualcosa e' piuttosto triste. Oltretutto leggendo la conclusione della lettera di Giuseppe e' in questo caso del tutto fuori luogo.

Der Pilger ha detto...

scrivere sui blog di chi cambia il mondo mi sembra un'attivita' di tutto rispetto.
come rispetto merita giuseppe che e' giunto alle stesse identiche conclusioni dei "qualunquisti", solo cinque anni piu' tardi, ma meglio che mai.
in bocca al lupo ad entrambi.

beffatotale ha detto...

non mi risultano qua blog che cambiano il mondo. Di solito ci si dedica a cambiare noi stessi, che in generale aiuta anche il mondo.