martedì 8 luglio 2008

Karibuni


Ritorno non facile quello dalla Tanzania. Dai tempi dilatati del "pole pole" (piano piano) africano alla frenesia del primo giorno fiorentino, con gli occhi e il cuore ancora pieni di tutte le cose e di tutte le persone incontrate. Dalla natura incontaminata dei parchi naturali, dove animali visti solo allo zoo vivono indisturbati come migliaia di anni fa, dalle spiagge da cartolina di Zanzibar; dalla dignita' e dalla serenita' di persone che vivono in pochi metri quadri senza luce e acqua, ma capaci di gesti per gli altri e di un'accoglienza che noi ci sognamo pur con tutti i nostri agi; dalle strade sconnesse e polverose ma brulicanti delle piu' disparate attivita' tutte rigorosamente a mano, dalla disarmente mancanza di infrastrutture e meccanizzazione; dal lavoro di centinaia di religiosi, volontari e locali in dispensari, ospedali, progetti, missioni, costretti a lottare contro una spirale di problemi che sembrano insormontabili e piu' grandi di chiunque, e a confrontarsi con un mondo e una cultura completamente diversa dalla propria in cui il futuro e la programmazione non esiste perche' non e' possibile permetterseli; da chi ha lasciato tutto per dedicare la propria vita ai suoi fratelli lontani, a chi parte per un'estate convinto di aver solo da insegnare. Da tutto questo, ripiombare nel vecchio mondo (in realta' ben piu' nuovo) non e' facile e ci vorra' un po' per assimilarlo: l'importante e' sapere che, quasi sempre, c'e' un'alternativa da qualche parte. Dove, nonostante tutto, la parola d'ordine non e' la diffidenza e la schedatura, ma Karibuni, benvenuti.

1 commento:

Suro ha detto...

Ricordo il contrasto incredibile al ritorno dall'africa.
da qualche parte devo avere l'articolo che abbiamo scritto di ritorno dalla Tanzania nel lontano 1997. se lo trovo te lo mando...