mercoledì 7 novembre 2007

Aria di vetro


Giornata di freddo e vento pungente qua a Monaco. Sara' per questo che da stamani, mentre pedalavo tra gocce di pioggia oblique come lamette, mi si e' piantata in testa questa poesia. Parla in realta' di una giornata tersa, e per questo quasi sospesa tra il caldo, il sole e il silenzio. Ma mi piace pensare che mai aria e' piu' di vetro come quella che taglia la mattina tedesca, affrontata a cavallo della bici. Forse e' per questo che a nulla e' servito voltarmi all'improvviso almeno una decina di volte. O forse perche' da dietro si precipita il futuro, e non il nulla e il vuoto. Mi appunto pero' il testo, per ogni evenienza, dopo essermi riletto il commento di Italo Calvino.

Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
E. Montale, da Ossi di Seppia

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