sabato 10 maggio 2008

PD e sicurezza


Di passaggio a Firenze, stamani ho fatto un salto all'assemblea provinciale del PD. Il tema era l'ennesima analisi del voto, a livello locale ma per forza di cose anche a livello nazionale. La prima impressione, al mio arrivo a meta' del dibattito dopo i primi interventi, e' di un qualche smarrimento: si discute nel solito modo piuttosto superficiale del risultato delle elezioni, parlando di piccole imprese, di eredita' di Prodi e compagnia bella; si discute di possibili alleanze con l'UDC e di rincorse al centro, esattamente le tattiche che hanno causato il sacco di Roma; si discute di inseguire la destra sulla politica di tolleranza zero per come unica ricetta per la sicurezza, arrivando perfino a vantarsi di avere Cioni e le sue misure intolleranti tra le nostre file; nel mentre, si fa un po' di campagna elettorale per la lunghissima rincorsa alla poltrona, pare ambitissima, di sindaco di Firenze. Il mio smarrimento permane fino all'intervento di Gianni Cuperlo, invitato come deputato eletto in Toscana. Che in un bell'intervento rimette qualche puntino sulle i, mostrando una direzione che mi trova, da tempo, in perfetto accordo. Gran parte dell'intervento si poteva gia' leggere da qualche giorno sul suo blog. Mi concentro qui su alcuni spunti riguardo alla sicurezza di cui sono profondamente convinto, e che ho ritrovato nell'intervento di Cuperlo.
Prima di tutto e' assolutamente inutile cercare di inseguire la destra sul terreno della tolleranza zero. In questo sono molto piu' convincenti, hanno piu' esperienza e sono piu' bravi loro. Non guadagneremmo un solo voto. Secondo punto e non meno importante e' che se e' vero che dobbiamo parlare non solo alla testa ma anche alla pancia degli elettori, non lo possiamo fare a costo di fare e dire cose che non riteniamo giuste. Perche' se la sicurezza non e' ne' di destra ne' di sinistra, i modi di affrontare e risolvere il problema sono si' di destra e di sinitra. E la tolleranza zero, l'arroccarsi dietro i nostri cancelli in una torre d'avorio, non e' un metodo progressista, civile e democratico. Giusto il controllo dell'illegalita' e della devianza, ma la repressione limitata a se stessa, e focalizzata solo sulla piccola criminalita' semplicemente ignorando o facendo finta di vedere l'illegalita' e la criminalita' organizzata su grande scala non puo' in nessun caso risolvere veramente i problemi. Come il problema in palestina non e' risolto dai muri. Bisogna oggi piu' che mai innanzi tutto smettere di alimentra la spirale, soprattutto mediatica, della sicurezza. E soprattutto cominciare a guardare alle cause, alle cause remote, per analizzarle, capirle, e intervenire. Guardare ai disagi, alle discriminazioni. Capire come affrontare le emergenze con logiche, strumenti e valori che non adattino semplicemente le ricette esistenti, ma elaborandone di nuove che sappiano affrontare il problema in profondita', alle sue radici. Una sfida da raccogliere. Senza appiattirsi a inseguire altri, e una poltica altra.

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