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lunedì 14 marzo 2011

Tutta colpa del '68

L'incredibile intervista di Mariastellasenzacielo a Che tempo che fa, in cui sfoggia le sue capacita' di arrampicarsi sugli specchi difendendo l'attacco alla scuola del premier, e cercando di conciliare potenziamento della scuola con i tagli selvaggi. Il problema della scuola non sono i soldi, ma il '68 e l'uso di questa come ammortizzatore sociale (??)!






"Gli insegnanti di sostegno non sono stati tagliati ma sono 3500 in piu', e' un problema di distribuzione e di eccessiva superficialita' in alcune regioni di riconoscere disabilita' che non esistono": geniale. Qualcuno poi mi spiega perche' secondo il Ministro la sciuola "paritaria" sarebbe "pubblica" se non e' di proprieta' dello stato?

mercoledì 4 febbraio 2009

Lupi e Pecorelle


A leggere i commenti in giro, non mi sembra per nulla chiaro che lo scioglimento dalla scomunica ha liberato i quattro vescovi lefevriani dalla pena canonica, ma non ha cambiato la situazione giuridica della fraternità di cui fanno parte, che, al momento attuale, non gode di alcun riconoscimento canonico nella Chiesa Cattolica. I quattro Vescovi, benché sciolti dalla scomunica, non hanno una funzione canonica nella Chiesa Cattolica e di conseguenza non possono esercitare lecitamente un ministero. Pur tuttavia, resta il fatto che togliere la scomunica a degli ultri-conservatori negazionisti a 24 dal Giorno della Memoria e il 50esimo anniversario della prima anticipazione del Concilio Vaticano II sia una mossa assolutamente inopportuna, incomprensibile ai piu' e mediaticamente deleteria. Quando dico che ci vorrebbe un Papa donna, fosse pure tedesca:

"Io auspico una chiarificazione piena della questione da parte del Papa e del Vaticano", ha detto Angela Merkel rispondendo a domande dei giornalisti durante una conferenza stampa col presidente del Kazakhstan, Nursultan Nararbajev, in visita a Berlino. "Io - ha continuato la Merkel - non sono solita prendere posizione su questioni interne della Chiesa. Ma questa è un'eccezione, perché siamo davanti a una questione fondamentale. A me sembra una questione fondamentale se una scelta del Vaticano può dare e diffondere l'impressione che la negazione dell'Olocausto sia possibile".

O magari fosse anche solo una con le idee chiare sulle pecorelle e sui lupi:



Per quanto riguarda invece lo strepito di questi giorni intorno alla vicenda di Eluana, tra chi grida all'assassinio e chi esulta per la vittoria finale sui bigotti, continuo a credere che il silenzio sia l'unica possibilita'. E una firma all'appello del Senatore Ignazio Marino e il sostegno alla suo DDL sul testamento biologico.

martedì 13 maggio 2008

Invochiamo l'aiuto di Dio


Sto finendo di ascoltare il discorso della Fenice per la fiducia in Parlamento. Viscido e cerchiobottista al punto giusto (perfino qualche parola per la Palestina) per meglio seminare zizzania nel campo avverso, gettando messaggi d'amore all'opposizione subito pero' invitata a fare il suo e a lasciar fare loro. Che "invocano l'aiuto di Dio" (sic), ma anche della Fortuna, che non si sa mai. Forse dovremmo invocarlo noi. Almeno finalmente la politica ha cominciato a guardare avanti ai suoi elettori, ad educare, a indicare la strada. Dopo le sparate inapplicabili sulle barricate anti rumeni di Maroni ieri, oggi assalto con spranghe e molotov a un campo Rom a Napoli. Per farsi giustizia da soli, come in ogni buon far-west. Era ora dopo l'Italia di cominciare a fare gli italiani.
E mentre il Biscione alle Camere snocciola i primi provvedimenti del neonato governo, subito dannosissimi e ingiusti come abolizione del restante ICI e detassazione degli straordinari, leggo che dalla composizione del nuovo governo arriva almeno una risposta a un assillante interrogativo che lanciai ormai diverse settimane fa: quanto sarebbe costato a Berlusconi il caso Pizza. Si e' scoperto che la Fenice risparmia, non serve il libretto assegni. E' bastata la solita poltrona, sottosegretario all'istruzione: quella che si dice una nomina meritocratica, se l'e' proprio guadagnata evitando il rinvio delle elezioni, che aveva l'appiglio giuridico per determinare. Sempre nella squadrona di sottosegretari (ma sempre 40 meno dei ricattatori di Prodi), tra una Brambilla e uno stagionato Scotti manca un nome che ero sicuro di trovare. Evidentemente il povero Dini non merita proprio nessuna riconoscenza. Pare che tra lui e Mastella si siano venduti proprio per il classico piatto di lenticchie. Meglio la Pizza.
Ferve poi la discussione sul caso Schifani-Travaglio: ha fatto bene o ha fatto male? Fazio si doveva scusare o non doveva? Basta avere dei soci che dopo 18 anni vengono condannati per mafia per essere mafiosi? La Finocchiaro poteva evitare di lustrare le scarpe al neo presidente del Senato? In merito la penso esattamente come D'Avanzo oggi su Repubblica, che spiega il mio punto di vista assai meglio di me: "Nel caso Schifani non si può stare dalla parte di nessuno degli antagonisti. Non con Travaglio che confonde le carte ed è insincero con i tanti che, in buona fede, gli concedono fiducia. Non con Schifani che, dalle inchieste del 2002, ha sempre preferito tacere sul quel suo passato sconsiderato. Non con chi - nell'opposizione - ha espresso al presidente del Senato solidarietà a scatola chiusa. Non con la Rai, incapace di definire e di far rispettare un metodo di lavoro che, nel rispetto dei doveri del servizio pubblico, incroci libertà e responsabilità. In questa storia, si può stare soltanto con i lettori/spettatori che meritano, a fronte delle miopie, opacità, errori, inadeguatezze della classe politica, un'informazione almeno esplicita nel metodo e trasparente nelle intenzioni".
E anche dalle nostre parti "Democratiche" non e' che vada meglio. Venerdi' e' stata annunciata la nomina di un coordinamento del PD (nominato da chi? Con quali criteri? Ma la D non stava per Democratico?), principale organo di direzione politica, che praticamente e' quanto sarebbe uscito dalla famosa fusione fredda tra i vertici di DS e Margherita. Ci siamo evitati solo Ruttelli, spazzato momentaneamente via dalla marea nera. Abbiamo, ci dicono, speso tempo ed energie nella partecipazione alle primarie, nel radicamento del nuovo partito sul territorio, coinvolgendo tante persone nuove nella costruzione del PD convinti che fosse una opportunita' eccezionale per una politica aperta e finalmente ricca di contenuti, nuova nelle forme e radicata nella realtà. E quello spirito, quell'apertura sembra oggi dispersa come un torrentello nel deserto. Oggi nel PD, e lo vediamo ad esempio anche dal famoso governo ombra e dalle reazioni alla sua nomina di chi e' rimasto fuori, la preoccupazione che guida le decisioni dei dirigenti sembra essere unicamente quella dell'equilibrio interno tra le varie correnti e gruppi di potere, che appaiono peraltro unicamente personalistiche e clientelari più che culturali. Rischiando di disperdere un patrimonio umano, di entusiasmo, di cambiamento e possibilita' di svolta vera. Invochiamo davvero l'aiuto di Dio. Ne abbiamo bisogno per attraversare il deserto in queste condizioni.

lunedì 12 maggio 2008

Grazie Napoli

Se il commissario straordinario chiedesse oggi alla regione Toscana la disponibilita' ad accettare un tot di ecoballe, dubito che ci sarebbero problemi di sorta. Oggi Firenze ama incondizionatamente Napoli. Vediamo se Berlusconi riuscira' a censurare anche il campionato di calcio oltre a Fazio e Travaglio. Intanto, in attesa dell'epilogo di un campionato che si e' fatto via via piu' avvincente, siamo a +2 sul biscione.





E l'Euskabeff e' FantaMaglia Rosa al Fantagiro. Meglio di cosi'...

mercoledì 2 aprile 2008

Parole e immagini


Prima di andare a letto ho trovato sul blog di Gennaro Carotenuto la traduzione di un servizio ricavato da un libro del fotografo Peter Menzel, Hungry Planet, quello che il pianeta mangia, poi pubblicato anche su Time. Quando si discute di nord e sud, di squilibri, di 20% che si pappa l'80% delle risorse mondiali, invece di mille parole basterebbero immagini come queste. Basterebbe un viaggio in 14 paesi del mondo per vedere cosa mangia e quanto spende una famiglia in una settimana. Ecco il link.

Ma anche le parole possono pesare e spostare montagne. Poco fa ho investito le poche energie rimaste da una lunghissima giornata di lavoro per guardarmi Roberto Saviano, interessantissimo ospite a "Che tempo che fa". Quando lo leggo o quando lo ascolto mi lascia sempre la stessa sensazione: che ci sono problemi cosi' enormi, come quello di cui sopra, che non si riesce neanche a concepirne la gravita' e le dimensioni, che paiono senza via d'uscita. Ma che c'e' speranza anche per quelli, perche' ci sono persone come lui che hanno dedicato la vita per raccontarli. Perche' c'e' chi, come lo scrittore russo Shalamov citato dallo stesso Saviano, ha il coraggio e l'orgoglio di dire "No, l'anima non ve la do". Una cosa cosi' non puo' che fare un poco ottimisti.

martedì 6 novembre 2007

Neoliberismo e etica


Stasera mangiando stavo guardando abbastanza distrattamente una puntata di qualche settimana fa di Che tempo che fa. Ospite della trasmissione Naomi Klein, autrice di No Logo e Shock Economy, vere e proprie Bibbie dei movimenti di contestazione delle politiche neoliberiste. Dopo qualche domanda introduttiva, Fazio affronta il tema dell'etica nel capitalismo. La Klein non vede, direi ragionevolmente, come il capitalismo possa autorigenerarsi dato che "la sua unica responsabilita' e' fare soldi per i suoi azionisti". Vero e terribile al tempo stesso. Spetta invece alla politica e ai movimenti di base fare pressione e leggi per mutarne la direzione in modo piu' etico e sostenibile. A quel punto Fazio scocca una delle domande piu' intelligenti che ho sentito ultimamente: "non c'e' il rischio che il capitalismo trasformi persino l'etica in un prodotto di lusso per i paesi ricchi?". Niente di piu' vero. Il capitalismo, come dice la stessa Klein, assorbe tutto, e anche l'etica puo' diventare un prodotto e uno status simbol. Credo abbia anche qualcosa a che vedere con le parole di Veltroni sull'ambientalismo di qualche mese fa, e con quelli che hanno comprato No Logo per metterlo sullo scaffale.
Intanto dopo don Benzi e il Barone, se n'e' andato anche Enzo Biagi, che ho apprezzato gia' da piccolo imparando la Storia d'Italia sui suoi fumetti. Notizie che insieme al tempo di Monaco aiutano a essere melanconici.

venerdì 27 aprile 2007

Che tempo che fa


No, non parlo ancora di global warming. Parlo, a sorpresa, di televisione. Premetto subito che la televisione non l'ho mai guardata, tranne rari casi di bei film, 90 minuto e i telegiornali. E quel poco che guardavo non mi piaceva neanche tanto. Non ho mai capito e non ho mai approvato certe scelte editoriali, la selezione delle notizie e il modo in cui venivano trattati i temi scelti, anche al di la' di censure e omissioni dovute a convenienze politiche e giochi di potere. Un esempio cretino, ma particolarmente fastidioso: perche' si ostinano a intervistare, magari al citofono, la famiglia del poveretto ucciso o rapito o sparito nel nulla?

Da poco qua in Germania il mio palazzo ha a disposizione una magnifica rete wireless, e nei miei tristi pasti solitari ho pensato di andare a rovistare su raiclick alla ricerca di qualcosa di decente in una lingua comprensibile. In questo modo ho (ri)scoperto un paio di trasmissioni: Report e Che tempo che fa.
La prima avevo avuto modo di vederla qualche volta in Italia, anche grazie all'orario di programmazione folle che pero' si conciliava col fatto che in prima serata non ero mai a casa. Imperdibili le puntate accoppiate a un monologo di Marco Paolini. La trasmissione di Fazio invece l'avevo vista al piu' un paio di volte, trovandola divertente ma intelligente al tempo stesso. Un po' come "Quelli che il calcio" prima maniera. Mi sono invece reso conto che c'e' molto di piu'. Che il programma riesce a dare spazio, pur mantenendosi piacevole e per nulla noioso, a libri, musica classica e jazz dal vivo, arte, personalita' di spicco della scienza, della poesia e della letteratura, premi Nobel, politici, uomini che hanno fatto la storia (come Lech Walesa nell'ultima puntata), ma anche a comici, attori e calciatori. Bellissimi i fondali dipinti a tempera dal regista Duccio Forzano. Finalmente un programma che non assume che il suo pubblico sia composto unicamente da decerebrati, con ospiti di grandissimo interesse e con un conduttore molto bravo che riesce a tenere sempre un piglio mai banale, spesso divertente e ironico.

La pianta nonostante il global warming gode di ottima salute e presto avra' colonizzato tutta la stanza.