domenica 3 giugno 2007

Non vogliamo un posto, vogliamo una svolta


Mentre per festeggiare la Repubblica Italiana, quella che nella Costituzione ripudia la guerra, si fanno a sorpresa sfilare i militari, l'opposizione delira di cadute del governo e elezioni anticipate cavalcando l'onda di uno scandalo artificiale, e Berlusconi pronuncia frasi di gravita' inaudita (interrogato dai giornalisti sull'intenzione di chiedere udienza al Capo dello Stato per rappresentargli una situazione definita di "attentato alla democrazia" da lui e da tutti gli altri componenti del centrodestra, rispondeva: "Quella visita al Quirinale sarebbe nei nostri desideri, ma purtroppo non c'è più nessuna istituzione che ci dia garanzie d'indipendenza: la sinistra le ha occupate tutte").

Ci sarebbe gia' poco da festeggiare. Prodi dal canto suo ritorna sui 45 saggi e l'esclusione dei giovani a Radio 24. Per lui il problema va ridimensionato. Sottolinea che "i giovani sono tali se portano idee nuove e non se sono nati in un certo periodo. Ho visto tanti giovani vecchi sponsorizzati dai potenti che si sono rivelati incapaci di ricoprire il loro ruolo". Aggiunge che vuole fare un partito nuovo, in cui non ci sia spazio per le cooptazioni, neppure dei giovani. Serve ciccia fresca sul serio. Tutto bene, se non concludesse cosi': "non si è mai sentito che qualcuno lascia il posto, ma non solo in politica, anche in economia. Se ci sono giovani in gamba il posto se lo prendono".

Ecco, allora vorrei sapere qual e' il mio posto, perche' per me non c'e' neanche se me lo volessi prendere. Prodi forse si dimentica che in Italia il merito non e' riconosciuto. Che nelle universita' contano i baroni amici, non i concorsi. Che nella pubblica amministrazione fa carriera chi e' benvoluto, non chi e' piu' bravo. Certo, ci sono delle eccezioni. Ma oltre a essere bravi bisogna essere fortunati. Per questo tanti dei bravi giovani d'Italia sono all'estero, a fare la fortuna delle aziende e degli istituti di ricerca di mezzo mondo.

Noi non vogliamo che nessuno ci regali il posto, vogliamo che ci sia data la possibilita' di far vedere che valiamo, di portare le nostre idee e di spezzare gli schemi ingessati del vecchio modo di fare politica, preoccupato piu' di spartirsi il potere, accumulare cariche e spesso soldi.

Non vogliamo un posto, vogliamo una possibilita'. Abbiamo un sogno e lo vogliamo usare per cambiare l'Italia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Yessss, today I totally agree with you! You said it as it had to be said! It’s a pity your words will stick in this page, and few will read them. Nice day.