sabato 21 luglio 2007

Al posto giusto


Il sindaco di Verona e' il sindaco che tutti vorrebbero. Appena eletto ha subito inizato, come promesso in campagna elettorale, a cercare di "liberare Verona dagli zingari". Nell'attesa, ha autorizzato la caccia al piccione in centro citta'. Cosi' i cacciatori locali si potranno allenare per la prossima ventura caccia allo zingaro.

Ma non basta. Non basta tentare di manipolare la realta' a uso e consumo dei razzisti e degli intolleranti. Occorre anche manipolare la storia. Riporto da l'Unita':

Tre mesi di carcere per istigazione all'odio razziale, leader degli skinhead, dirigente della Fiamma Tricolore, membro del gruppo musicale "Gesta bellica", che come pezzi culto ha canzoni dedicate a Erik Priebke ("Il capitano") e a Rudolph Hess ("Vittima della democrazia"). Quale curriculum migliore per far parte dell'Istituto per la resistenza di Verona? La splendida idea di nominare il 35enne Andrea Miglioranzi («Fascista? Per me è un termine molto caro») come rappresentate del Comune all'ente fondato nel 1998 che ha tra i compiti quello di «raccogliere testimonianze di partigiani» è venuta alla maggioranza del consiglio comunale. Ancora elettrizzati dalla fresca nomina dopo l'elezione a sindaco dell'astro nascente della Lega Flavio Tosi (quello che come prima cosa ha cacciato gli «zingari» dalla città), i consiglieri della destra si sono sentiti di osare. Dovevano nominare due persone.

La prima è stata Lucia Canetti di Alleanza Nazionale. E già ci sarebbe di che discutere. Ma per secondo hanno scelto lui, «il camerata Miglioranzi». Uno che era già conosciuto nel mondo del "white power rock", ma è diventato ancora più famoso per essere il primo in Italia a finire in carcere per la legge Mancino sull'istigazione all'odio razziale. Nel 1996: tre componenti del gruppo (oltre a Miglioranzi, c'è il leader Alessandro Castorina, ora segretario provinciale della Fiamma Tricolore) organizzano un'aggressione nei confronti di uno "sharp" (skinheads di sinistra), reo di essere l'ispiratore di alcune iniziative musicali multietniche. Le minacce sono chiare: «A Verona queste cose non le vogliamo, se ci provi ancora sei morto». I picchiatori sono di Napoli, i mandanti si limitano ad osservare il pestaggio. Con entusiasmo. La Digos li arresta e, grazie all'applicazione della legge Mancino, scontano in carcere quasi tre mesi.

Qualcuno a Verona, città medaglia d'oro per la Resistenza, si è opposto. Oltre allo scultore e sopravvissuto ai campi di concentramento Vittore Bocchetta («Qui è peggio del periodo di Hitler, a Verona manca totalmente la memoria storica»), è la senatrice di Rifondazione Tiziana Valpiana a organizzare la protesta. «Io sono anche componente del direttivo dell'Istituto e posso promettere che Miglioranzi non varcherà mai la soglia della nostra sede. Mi impegno in nome dei miei parenti morti a Mathausen. La sua nomina è in spregio alla resistenza e già lunedì chiederò a Oscar Luigi Scalfaro, come presidente degli enti di ricerca sulla resistenza, di chiedere l'annullamento della nomina». La senatrice Valpiana, poi, dietro Miglioranzi vede la mano di Tosi. «Sono sicura che l'idea è sua. Il nuovo sindaco vuole mostrarsi come uomo forte, come nuovo Gentilini (l'ex sindaco di Treviso, ndr) e per farlo arriva a provocazioni come quella di nominare un fascista pregiudicato a custode della memoria dei partigiani».

E difatti il neo sindaco di Verona (accomunato a Miglioranzi per una condanna, ancora non definitiva, per lo stesso reato) non si nasconde. «Le nomine sono del Consiglio comunale, ma li avrei votati anch'io se fossi stato presente. I due consiglieri nominati sono sicuramente persone preparate, con idee politiche magari diverse. Ma sono convinto che possano portare un confronto positivo all'interno dell'Istituto, non per riscrivere la storia o per fare del revisionismo, ma per approfondire alcuni aspetti sui quali fino ad ora c'è stata minore sensibilità». Oltre a Tosi, a Miglioranzi è stata espressa solidarietà dal presidente veronese di An Massimo Giorgetti. «In democrazia funziona così, non capisco lo sconcerto. E poi mi pare che il dopoguerra sia finito da un pezzo», ha commentato stupito al "Corriere di Verona".

Insomma, Miglioranzi (e Canetti di An) potranno dimostrare che i partigiani stavano dalla parte sbagliata e che i giusti stavano vicino Verona, nella Repubblica Sociale di Salò. Miglioranzi potrà farlo canticchiando le canzoni del suo gruppo. Come "Feccia Rossa": "feccia rossa/nemica della civiltà/ bestia senza umanità/ la celtica croce vincerà". Oppure "8 settembre '43": "una data senza perché/ è giunta l'ora della viltà/ un altro marchio di infamità/ Ma io sono camicia nera/ nel mio cuore una fede sincera".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mah caro amico sono appena tornata da una festa di compleanno in mezzo ai campi nella periferia della mia cara città...dove sono nata Verona. Era da quasi 5 anni che non mi facevo vedere in giro e per me è stato un ritorno alla vita mondana in mezzo alle ragazze vestite come le si vede sulle copertine dei giornali gossippari...nonostante l'imbarazzo iniziale per me che torno giù dai monti dell'Altoadige, mi sono fatta infinocchiare anche stanotte tra un bicchiere ed un altro sono riuscita a parlare di politica anche ubriaca. E con immenso piacere ho potuto sfogarmi davanti a persone che non capivano nemmeno il perchè fuggo dall'Italia per andarmene a lavorare in Germania. Ho conosciuto dei giovani che conoscono di persona il sindaco di Verona la nostra città, che vuole tornare ad esser perfetta. Per fortuna ho capito ancora una volta che la realtà non è mai così brutta come sembra...loro che il sindaco lo conoscono di persona mi hanno assicurato che non è intollerante come sembra e che tutto quello che sta facendo è una manovra per fare carriera e guadagnarsi l'appoggio del pubblico che manifesta insofferenza.
Io ho pensato ancora peggio così...fosse convinto almeno! Si ma poi pensavo ai vicini di casa dei miei genitori che ci avvelenano le piante...e che se potessero farebbero fuori i miei genitori perchè meridionali e ho ricordato me 15enne alle assemble studentesche che cercavo di far capire che non tutti i meridionali sono lì che non lavorano...e mi è venuta una profonda tristezza perchè anche se ci sono nata qui io non mi sono mai sentita a casa.