Le elezioni non sono una scienza esatta
Arrivano i risultati delle amministrative, e come sempre tutti hanno vinto, nessuno ha perso, qualcuno sente le campane. Ma come per la statistica, con i risultati delle amministrative si puo' dimostrare qualunque cosa, soprattutto quando come in questo caso non dimostrano niente.
Il Manifesto apre dicendo che "La spallata berlusconiana non c'è stata, ma
il risultato del nascente Partito democratico è pessimo". Qualcuno spieghi che se il PD ancora non c'e', e' come dire che la Juve l'hanno prossimo fara' pena perche' quest'anno era in B.
Per Il Giornale "il nord ha gia' licenziato Prodi" (e la giusta causa?), e apre una questione settentrionale. Si vede che se lo sviluppo al sud e' troppo lento, al nord si sono resi conto che sono troppo ricchi.
Per Calderoli il risultato delle urne "ha svelato l'inganno del 9 aprile dell'anno scorso. Adesso non ci sono più solo dei sondaggi che dimostrano che il centrosinistra non è una maggioranza, ci sono dei numeri". Le elezioni politiche evidentemente per la Lega sono solo un sondaggio.
Per Schifani "la spallata al centrosinistra e' in arrivo", Polito nota che "di spallata non si puo' parlare ma di ginocchiata si'", mentre per Bossi "la bastonata al Governo e' arrivata". Insomma, quando il gioco si fa duro i duri inziano a giocare.
'Dove c'e' la Lega c'è garanzia di vittoria'' dice il leghista Maroni, senza sottolineare pero' che dove c'e' Barilla c'e' casa.
Berlusconi prima promette che sarebbe salito al colle in caso di vittoria, cercando disperatamente di chiamare i suoi alle urne dando una chiave di lettura nazionale alla consultazione, poi oggi ci ripensa per evitare la figuraccia.
Nella maggioranza il caos e' totale. Per alcuni e' sconfitta, per altri pari e patta (pur giocando fuori casa), per altri e' un campanello di allarme. Per Massimo Donadi, capogruppo di Italia dei Valori alla Camera, la colpa della sconfitta e' della tasse e dei valori non condivisi nella coalizione. Come dire, promettere il taglio delle tasse e dire sempre signorsi' al capo della coalizione. Che abbia sbagliato schieramento? Per il senatore De Gregorio il governo è ostaggio della sinistra radicale, e paga lo slittamento a sinistra. Per Fassino invece ha pesato quello che ha detto Montezemolo, mentre per Castagnetti la colpa e' dei cattolici, che hanno montato un'onda dopo i DICO. Tutto e il contrario di tutto. Sollievo e preoccupazione.
Ma e' chiaro che il voto amministrativo e' un voto soprattutto locale, e dipende fortemente dalle politiche dell'amministrazione uscente (penso anche a Verona, dove mi dicono che l'ex sindaco abbia fatto un disastro con Rom ed extracomunitari, e ora la gente si aspetta che "zingari e negri spariscano"). E' un voto leggibili con difficolta' in chiave nazionale, ma e' pur vero che la maggioranza un vuoto di consensi soprattutto al nord l'ha creato. Per Massimo Giannini la causa e' nella mancanza di una visione compatta e d'insieme della sinistra, che parla troppi linguaggi diversi. E che, aggiungo io, e' troppo legata agli alleati di minoranza per essere davvero radicale. Fa comunque bene Prodi a sottolineare che nonostante il segnale di sfiducia dell'astensione e la risalita delle destre, il lavoro del governo si misura al termine del mandato, e che il lavoro del governo "deve essere duro e serio, assumendosi i rischi". E' la strada giusta.
Due gli altri dati che ci vedo. Preoccupa l'astensione, soprattutto al Nord e soprattutto degli elettori dell'Ulivo. Impressionante quella nelle elezioni provinciali, che alla gente non interessano. Ma queste Province sono proprio utili, ora poi che grazie alla scorsa legislatura ne nascono nuove come funghi per garantire un po' di poltrone in piu'?
Poi la "questione settentrionale". Tutti, da Prodi, a Fassino a Mussi a dire che il nord e' una priorita'. Vorrei capire perche' e in che senso. Mentre Rutelli chiede un'immediata riduzione delle tasse, al riguardo sono, per una volta, d'accordo con Mastella (!!): "pensiamo a distribuire bene il tesoretto ai ceti popolari, tanto qualunque cosa fai per gli altri non serve mai niente".
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