lunedì 7 maggio 2007

Le suffrage universelle a parlé


La Francia ha scelto. E ha scelto ancora la destra e il suo "poliziotto liberale".

Il risultato, atteso del resto, conferma l'andamento in Europa, dove con l'esclusione dell' Italia, Spagna e Inghilterra (dove pero' il New Labour credo sia tutto eccetto che un partito di sinistra, e la destra si prepara a vincere), in tutti gli altri principali paesi la sinistra non ce l'ha fatta alle ultime elezioni. In Germania, ad esempio, ha dovuto accordarsi con il centrodestra, mentre in Svezia ha addirittura perso dopo decenni di governo. Deve essere davvero l'eta' media che si alza nella Vecchia Europa. Effettivamente, nel giovane Sudamerica le sinistre sono tornate a vincere un po' ovunque.

Dunque anche la Francia ha scelto. Ha preferito essere "rassicurata" (!!) da chi promette più sicurezza, giudicando come adulti anche ragazzi di 16 anni recidivi e dotando i poliziotti di armi a “letalità ridotta”; da chi pensa di dimezzare la disoccupazione incentivando lavoratori e datori di lavoro a ricorrere di più agli straordinari e al precariato; da chi intende difendere l’identità nazionale ai danni del multiculturalismo. I punti fondanti della concezione del potere di Sarkozy sono, infatti, il ripristino della legalità ad ogni costo, anche attraverso la repressione poliziesca dei giovani delle banlieue (lasciando da parte ovviamente le ingiustizie sociali di un sistema che produce delinquenza), e una svolta economica di stampo liberista che vorrebbe lasciarsi alle spalle il poderoso Stato Sociale francese con tutte le sue conquiste. Più produzione e meno garanzie. Un film gia' visto ultimamente anche da queste parti.

La Francia ha scelto. Ha scelto l'uomo che non ha esitato a definire "racaille", cioè "feccia", i giovani delle banlieue in rivolta nell'autunno del 2005, contribuendo ad alzare drasticamente la tensione. Stando alle sue affermazioni, sono state "le umiliazioni subite da bambino" a farlo diventare l'uomo che è oggi. "Un uomo che fa paura", almeno cosi' me l'ha appena definito il mio collega francese, che ha passato la giornata di ieri sperando in un miracolo che non e' arrivato. E considerati i poteri davvero eccessivi del presidente nel sistema francese non c'e' da stare allegri.

Le suffrage universelle a parlé, “il suffragio universale ha parlato”

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