giovedì 17 gennaio 2008

Viviamo strani giorni


L'opposizione ha fatto finta per mesi di voler mandare a casa il governo, e non l'ha mai fatto seppure bastasse una spintarella. Probabilmente perche' deve ancora rivedere gli equilibri al suo interno in base alla nuova legge elettorale prima di andare a votare, e cosi' abbiamo l'unico governo mondiale tenuto in piedi dall'opposizione. Il capo di tale opposizione pero' e' l'unico che voleva davvero votare subito, e che ha provato in tutti modi leciti e non a far cadere il Governo. Ma quando si dimette, travolto da uno scandalo che coinvolge mezzo partito, il Ministro della Giustizia gli esprime solidarieta' invece di affondare. Capisco che ci si riveda, e che gongoli a sentire i giudici attaccati anche da (ehm) "sinistra", ma evidentemente a questo punto la spada di Damocle del referendum comincia a inquietare anche lui.
E intanto il Partito Democratico sta faticosamente cercando di muovere i suoi primi passi, tormentato dal dibattito sulla laicita' e dai venti di filopapismo e anticlericalismo, sollevati ad arte da una parte e dall'altra dal Family Day in poi per cercare di lacerare le sue due anime cosi' faticosamente riunite. Le commissioni per manifesto, statuto e valori, nominate in barba ad ogni aspettativa all'assemblea costitutiva, stanno finendo il loro lavoro. Cominciano a circolare le prime bozze, qui quella del manifesto, che rispecchiano a mio modo di vedere la prudenza e la timidezza ispirata dal clima di questi giorni, mancando in gran parte la forza di novita' dirompente che poteva e puo' scaturire dal PD.
Ma nell'attesa, e nella mancanza di regole certe e condivise, mi sembra che le realta' locali del PD stanno dando vita alle stesse spartizioni, lotte intestine e conservazioni delle posizioni di potere della vecchia politica. Da quassu' posso solo leggere qualche esempio in giro, ma anche quel poco che mi si riporta da Firenze non fa troppo ben sperare. Io credo invece che ci sia spazio per superare l'attaccamento alle poltrone, le paure, gli arroccamenti, lo status quo. Per un partito come lo dipinge Rosy Bindi in questa splendida intervista: "ritengo che il PD una grande occasione di laicità per tutti. Non è un paradosso, anche se a un cattolico può sembrarlo: ritengo che la negoziabilità dei valori sia la garanzia della loro fecondità nella storia". Credo come Rosy che ci sia la necessita' di cominciare a discutere, senza paura di lacerazioni insanabili, anche su quello che ci vede piu' distanti. Per capire che dobbiamo cambiare il paese, e non conservare una poltrona su un Titanic che affonda.

4 commenti:

BC. Bruno Carioli ha detto...

Da esterno ho la sensazione che sul territorio (una volta si diceva così) il PD non affronti nessun altro tema che quelli connessi al potere delle oligarchie.

beffatotale ha detto...

Esatto, e' la stessa sensazione che ho io da qua. Un po' perche' e' quello a cui la maggior parte sono realmente interessati, un po' perche' c'e' il sacro terrore di discutere di qualsiasi altra cosa dal momento che si potrebbe rompere il giocattolo

Anonimo ha detto...

Bell'analisi che condivido in pieno.
Sul PD vogliono prendere "per stanchezza" tutti i nuovi che sono entrati approfittando della "porta aperta lasciata" (l'immagine non é mia, ma di Ivan Scalfarotto).
Vedremo. Sono sicuro che se avremo la pazienza di "resistere" (magari 3 volte) alla fine qualcosa di buono emergerà.
Ti consoglio, se non lo hai fatto, di vedere il video dell'incontro che Scalfarotto ha fatto l'altra sera al PD Appio di Roma.
E' l'esempio di un'altro modod di concepire la politica.
Il video da me o su iMille.

beffatotale ha detto...

Ciao Kkarl, ho visto il post, stasera mi guardo i video!